Quanto meno seminali nel passaggio dal brutale proto-hardcore newyorkese a più raffinati scenari hard-noise, gli Helmet sono stati per anni pietra di paragone per tutte quelle formazioni che hanno plasmato il noise, entrando di diritto negli annali dell’alternative rock meno incompromissorio. Partiti come eminenze grigi ne catalogodella superlativa Amphetamine Reptile, già all’altezza del secondo disco – Meantime – strappano un contratto miliardario alla Interscope facendo saltare l’intero banco. Anni ed anni di vicissitudini hanno poi portato la formazione a vivere momenti di stasi, con l’abbandono progressivo dei membri originali in favore di sempre motivati nuovi ingressi. Lo stoico leader Page Halmilton – chitarra e voce – rimane a difesa del fortino, perennemente. Seeing Eye Dog arriva a ben quattro anni dal precedente Monochrome, pubblicato nel2006 ed è la prima uscita per l’indipendente Work Song. E’ anche il settimo album in ordine d’apparizione per la band di New York. Prodotto dallo stesso Hamilton il disco gode anche dell’assistenza tecnica di Toshi Kasai e Mark Renk. E’ evidente la progressione del gruppo nel corso di questi anni, con un sound che si allinea sempre più indissolubilmente a radici hard-blues Dieci tracce nel disco: di spicco Welcome To Algiers, White City, la strumentale Morphing e l’irriconoscibile cover dei Beatles And Your Bird Can Sing. Con Hamilton il batterista Kyle Stevenson, il chitarrista Dan Beeman ed il bassista Chris Traynor da anni nell’emisfero del gruppo.
16/09/10
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