21/05/12

Space is the place



Egisto Sopor – il nome è in parte ispirato ad Egisto Macchi, storico compositore italiano già parte del Gruppo D’Improvvisazione Nuova Consonanza – è uno dei segreti meglio riposti nell’underground romano, in pratica uno dei nomi più spendibili nell’iconografia elettronica contemporanea. Le recenti uscite che ne hanno contraddistinto la lenta ed inesorabile ascesa, parlano di un artista multiforme, capace di plasmare forme originali strizzando l’occhio tanto alla leftfield dance quanto alla musica più colta. Un cdr album per l’etichetta di Legowelt Strange Life Records ed una cassetta per il marchio californiano 100% Silk – consociata della celebre Not Not Fun – hanno spianato la strada al monicker  Polysick. In realtà come The Away Team il misterioso Egisto Sopor si era già ricavato una posizione di tutto rispetto con il DVD 'Relax & Sleep' ed un cd  - Star Kinship – pubblicato dalla giapponese Moamoo. Come AAVV è poi parte di una video label che già si è conquistata i favori di testate ufficiali come The Wire.

'Digital Native' per la Planet Mu di Mike Pradinas è il suo vero e proprio album ufficiale come Polysick, 15 tracce dal profondo feeling notturno costruite con grazia seguendo una metodologia rigorosamente analogica. Aldilà dei palesi rifermenti alla cultura techno ed alla primigenia acid house, la musica del nostro sorpassa a destra i luoghi comuni sulla moderna musica da ballo, puntando ad una visione più futuribile e per certi versi d’avanguardia.

‘Quando compongo ho sempre una parte visiva in mente. In questo caso molti dei pezzi sono stati influenzati da misteriose visioni notturne e tribali, come nel caso di 'Preda'. Cerco di far convivere un senso di mistero e pericolo utilizzando flauti e timpani e ricostruendo un scenario da giungla, rappresentando la fuga attraverso la notte oscura, in mezzo agli alberi, come in una delle più ricorrenti figure del cinema splatter anni ‘80’. L’approccio di Polysick non può certo prescindere da influenze esotiche, appoggiandosi anche alle pulsioni dell’ Italo disco e della Detroit house. Ma in questa sua continua ricerca timbrica trovano spazio anche le musiche possibili di Jon Hassell e le infinite librerie di suono di Piero Umiliani, un maestro letteralmente venerato da Egisto Sopor. Una musica spettrale che si concede ai piaceri del corpo e della mente, una terapia che invita a liberarsi in spazi immaginifici. Un viaggio di grande intensità, sorretto da pulsioni mai robotiche.




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