Carlos Cipa è un musicista/compositore residente a Monaco di Baviera. Attualmente è impegnato in studi di natura musicale, tanto che sta raffinando una tecnica naturalmente protesa alla composizione di colonne sonore. Il suo album di debutto per la tedesca Denovali – The Monarch And The Viceroy - non tradisce in questo caso le aspettative, avvicinandosi proprio alle dinamiche di certe pellicole contemporanee, magari in bianco e nero. Una musica adatta al grande schermo, con tutte le sollecitazioni del caso e l’afflato di un giovane pienamente calato nei panni del rigoroso regista musicale.
Un saggio strumentale che
rappresenta un flusso di coscienza, immagini sovrapposte come in un quadro
esistenziale. Impressionante l’attenzione per il dettaglio, in un contesto neo
classico e cameristico che mantiene comunque forti aderenze con la scuola
minimalista ed una certa fascinazione per ambient e post-rock. Musica composta
al pianoforte, impressionante nella sua intensità. Il fatto stesso che queste
piccole sinfonie siano orchestrate da un uomo solo ci fa riflettere sull’innato
talento di Carlos. Non solo il piano come protagonista, altri strumenti a corda
e sprazzi elettronici danno profondità all’intera sua produzione.
La sua passione risale alla più
tenera età, già a 6 anni prende lezioni di piano, potendo contare
sull’esperienza di numerosi e rinomati insegnanti. Quando all’età di 10 anni
decide di abbandonare la formazione accademica si dedica alla batteria,
aprendosi notevolmente al mondo della composizione quanto a quello
dell’improvvisazione. Non mancano le esperienze in campi diversi, dall’hardcore
punk al jazz, dalla musica orchestrale al più sofisticato indie. Nel 2011 è
stato invitato a partecipare ad una compilation benefit i cui proventi erano
destinati alla croce rossa internazionale. La doppia raccolta comprendeva 36
artisti tra cui Nils Frahm, Olafur Arnalds e Peter Broderick, spiriti affini
che ci dicono qualcosa di più sul profilo artistico. The Monarch And The Viceroy è un disco che si
avvicina tanto all’estetica del catalogo ECM – pensiamo all’istituzione The
Koln Concert di Keith Jarrett – quanto alla sensibilità di un gruppo come
Rachel’s.
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