I Mostri cantano di storie ciclicamente
appartenute a tutti i romani. Ci sono le
piazze, i muretti, le impennate coi motorini
sul selciato, tutto un immaginario giovanile cui davvero non si può
prescindere. Esplosivi in tutto e per tutto I Mostri regalano scariche di
adrenalina pura, schizzando letteralmente tra proto-punk e ska. I testi in
italiano spiattellano la loro cultura, in maniera dissacrante. "La Gente Muore di
Fame" – che è anche il titolo del loro debutto, in uscita a giugno per
Goodfellas – esprime così un concetto essenziale, che mai come oggi sembra
abbracciare tutte le categorie sociali. E’ musica da strada, velenosa per certi
versi, ma capace di trovare efficaci slanci ironici, riflettendo su quella
quotidianità che scorre come una pellicola neo-realista.
I sostenitori de I Mostri sono cresciuti a tempo di record, la città ha mostrato di apprezzare questo loro approccio essenziale, finanche sbarazzino. E’ una musica febbrile, una frustata: ogni ritornello rimane impresso, confermando il potenziale radiofonico di un disco destinato a fare sfracelli fuori anche dalla città eterna. Basta assistere ad una delle loro esibizioni dal vivo, dove il pubblico sembra fondersi coi musicisti in un abbraccio ‘sudato’, quasi a sfiorare la tipica coreografia da stadio. I Mostri sono reali e vivono tra di noi, proprio come nel film di Dino Risi del 1963, che omaggiano a chiare lettere. "Sono arrivati gli anni dieci e tutti sembrano infelici" cantano in "Camilla", come se la frustrazione comune abbracciasse davvero ogni categoria. Dalle strade oggetto di scaramucce di ‘Cento Lame’ alla storia dei luoghi del centro città in decadimento - ‘Piazza Trilussa’ - un viaggio in scooter tra le vie della capitale, sfrecciando tra chitarre neo-garage e ritornelli appiccicosi.
I sostenitori de I Mostri sono cresciuti a tempo di record, la città ha mostrato di apprezzare questo loro approccio essenziale, finanche sbarazzino. E’ una musica febbrile, una frustata: ogni ritornello rimane impresso, confermando il potenziale radiofonico di un disco destinato a fare sfracelli fuori anche dalla città eterna. Basta assistere ad una delle loro esibizioni dal vivo, dove il pubblico sembra fondersi coi musicisti in un abbraccio ‘sudato’, quasi a sfiorare la tipica coreografia da stadio. I Mostri sono reali e vivono tra di noi, proprio come nel film di Dino Risi del 1963, che omaggiano a chiare lettere. "Sono arrivati gli anni dieci e tutti sembrano infelici" cantano in "Camilla", come se la frustrazione comune abbracciasse davvero ogni categoria. Dalle strade oggetto di scaramucce di ‘Cento Lame’ alla storia dei luoghi del centro città in decadimento - ‘Piazza Trilussa’ - un viaggio in scooter tra le vie della capitale, sfrecciando tra chitarre neo-garage e ritornelli appiccicosi.
I primi due singoli estratti dall album – potenzialmente ce ne sono altri sette! – sono ‘Camilla’ e ‘100 Lame’ accompagnati dai rispettivi video.
Presentazione ufficiale del disco
il 4 maggio alla Locanda Atlantide di
Roma.
Tracklisting:
1)Questa è la mia città
2)I mostri
3)Cento lame
4)Scusa se
5)Noi non facciamo niente
6)1982
7)Camilla
8)Piazza Trilussa
9) Che Italia è?
1)Questa è la mia città
2)I mostri
3)Cento lame
4)Scusa se
5)Noi non facciamo niente
6)1982
7)Camilla
8)Piazza Trilussa
9) Che Italia è?
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