Leader della leggendaria formazione soul pop di Glasgow
The Blue Nile, lo scozzese Paul Buchanan è qui all’esordio solista, dopo una
carriera eccelsa coronata da almeno un album capolavoro come ‘Hats’ , dato alle
stampe nel 1989 da A&M. A maggio vede la luce per l’indipendente Newsroom
Records ‘Mid Air’, un disco che mette davanti a tutto l’eleganza di una
scrittura adulta. 14 brani scritti e prodotti dallo stesso Buchanan, registrati
tra la costa orientale della Scozia – praticamente a casa – e presso i Gorbals
Sound di Glasgow. Un disco
straordinariamente intimo, dagli arrangiamenti semplici e spontanei, con un
pianoforte a dettare le coordinate ritmiche su cui si posa la voce vellutata di
Paul.
Il formato canzone è rispettato in ogni suo crisma, finanche la durata dei brani che quasi mai sfonda il tetto dei 3 minuti. "Se avessi provato a fare un disco che suonasse come la band originale, sarei stato piuttosto teso, questo è in fatti un album più raccolto. Piccolo nella statura, con pezzi brevi, ma non fraintendetemi, la sua lavorazione mi ha comunque tenuto desto la notte" Riflette così a voce alta Paul, dando l’idea di una fuga emotiva, di un punto per raccogliersi. Canzoni come miniature, che ci fanno assaporare un senso lirico innato, un distillato dell’arte di Buchanan, un’intensità espressiva che non ha pari. E’ una dimensione rara a trovarsi nel traffico e nella guerriglia estetica quotidiana. Canzoni che lasciano il segno, un’arte difficile da insegnare.
Il formato canzone è rispettato in ogni suo crisma, finanche la durata dei brani che quasi mai sfonda il tetto dei 3 minuti. "Se avessi provato a fare un disco che suonasse come la band originale, sarei stato piuttosto teso, questo è in fatti un album più raccolto. Piccolo nella statura, con pezzi brevi, ma non fraintendetemi, la sua lavorazione mi ha comunque tenuto desto la notte" Riflette così a voce alta Paul, dando l’idea di una fuga emotiva, di un punto per raccogliersi. Canzoni come miniature, che ci fanno assaporare un senso lirico innato, un distillato dell’arte di Buchanan, un’intensità espressiva che non ha pari. E’ una dimensione rara a trovarsi nel traffico e nella guerriglia estetica quotidiana. Canzoni che lasciano il segno, un’arte difficile da insegnare.
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