27/06/13

L'esoterismo di Julianna Barwick






L’arte di Julianna Barwick è in parti eguali forza e bellezza. La sua musica trova spunto in eventi significativi della propria vita, pur se attraverso una trasposizione sonica astratta, che irradia il suo riconoscibile marchio di fabbrica. Un’ispirazione che è stata portata allo zenith con il nuovo album ‘Nepenthe’, il suo terzo, licenziato da Dead Oceans. Nel rispetto di questa sua poetica dal profilo efebico, l’unica meta possibile è apparsa sin dal primo momento Reykjavík, Islanda, all’apice dei suoi freddi (perché no glaciali) giorni di febbraio.

‘Tutto quello a cui ho lavorato rispettava una visceralità di fondo, il disco è la rappresentazione di un qualcosa di fortemente emotivo’ la conferma giunge dalla diretta interessata, ancora rapita dai luoghi in cui il disco è stato portato a termine, uno scenario capace di rapire qualsiasi tipo di immaginazione. Alex Somers (musicista/produttore già a lavoro con Sigur Rós, Jónsi, Jónsi & Alex) ha invitato per prima cosa la Barwick in Islanda. Per Julianna si è trattato di un sogno che si trasforma in realtà, tanto forte l’impatto dei Sigur Ros sulla sua crescita musicale dopo un’esibizione dal vivo risalente al 2002.

‘E’ stata l’email più veloce che io abbia mai scritto, non ci ho pensato due volte: Sì!’ Chi avrebbe detto del resto no ad un’opportunità simile?  Somers ha prodotto il disco, fungendo anche da ingegnere del suono, portando con sè alcuni dei più influenti musicisti locali che hanno dato il loro buon contribuito alla riuscita del disco. Cruciale la presenza delle’ensemble d’archi Amiina, del chitarrista Róbert Sturla Reynisson dei Múm ed un coro di giovanissime adolescenti. Questo luogo magico è ‘Nephente’, un miracolo di musica pop, dove l’influenza della classica e della cameristica fanno il paio con un’ispirata onda ambient, che non manca di lambire i territori della più originale new age. Musica casta, eterea, dove il talento della Barwick è messo al servizio di un’orchestra invisibile.  Un’avventura in cui perdersi, letteralmente anima e corpo.




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