La stella della soul music contemporanea Nicole Willis torna con i suoi The Soul Investigators, per regalarci una delle più credibili pubblicazioni in ambito black per questo scoppiettante inizio d’anno. Con “Tortured Soul” (su etichetta Timmion Records) il gruppo si riaffaccia sul mercato con un suono ancor più personale, dando seguito al fortunato debutto “Keep Reachin’ Up”, che nel 2005 ebbe riscontri entusiasmanti in tutta Europa.
Nata a Brooklyn ma finlandese d’adozione, Nicole
sbancò letteralmente con “If This Ain’t Love” un successo nei circuiti
dancefloor newyorkesi, conquistando poi i club inglesi specializzati in
northern soul. Il secondo estratto da quell’album - “Feeling Free” –
fu selezionato come Track Of The Year dal re mida Gilles Peterson nei
suoi Worldwide Awards del 2006. “Keep Reachin’ Up” spiccava anche
nelle classifiche di fine anno specializzate di Mojo.
Naturalmente questo secondo album ha tutte le qualità del suo predecessore: la produzione squisitamente ‘cruda’ di Didier Selin, il songwriting e la caparbietà musicale dei singoli elementi oltre agli ardenti arrangiamenti d’archi di Pekka Kuusisto. In diversi episodi potrete ascoltare anche interessanti arrangiamenti di fiati, con gli interventi esclusivi del talentuoso ed omniscente Jimi Tenor. La svolta è nella scelta dei temi, se con il primo album Nicole guidava i suoi musicisti alla riscoperta della soul music di casa Motown, ora l’avventura sembra concretizzarsi attorno agli episodi più spiccatamente elettrici di quello stesso catalogo. Tanto per intenderci il momento in cui i Temptations, con una backing band al loro servizio, licenziavano capolavori come ‘Psychedelic Shack’ o ‘All Directions’.
Ecco, il soul torturato è proprio in quell’immagine,
in quel momento di svolta storica. Un cambio di direzione progressivo, che
porterà linfa vitale alla rinnovata immagine di Nicole Willis e dei suoi
sodali.
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