Dalla pubblicazione del suo album di debutto nel 2011 – quel No Time For Dreaming che sarebbe anche entrato nella top 50 del magazine Rolling Stone - Charles Bradley è passato in breve tempo dall’anonimato allo stardom. Da perfetto sconosciuto a stella dal profilo internazionale, spinto nella galassia del nuovo soul dal lavoro certosino di produzione e promozione del team Daptone. Oggi riconosciuto a livello planetario con il soprannome piuttosto calzante di "Screaming Eagle of Soul", Charles è la dimostrazione vivente della riscossa.
Un percorso invero accidentato il
suo, una passione che culmina nella pubblicazione di un esordio alla veneranda
età di 63 anni dopo aver battuto i più infimi locali del sottobosco americano e
soprattutto dopo aver sbarcato il lunario nelle maniere più inverosimili. Un
sopravvissuto, la nomenclatura gli si addice. Nella primavera del 2012
il documentario ‘Soul of America’ del regista Poull Brien, è stato
presentato in anteprima al SXSW Film Festival di Austin, Texas. Poull Brien incontrò Charles in
occasione delle riprese del
video "The World (Is Going Up In Flames)". Da quel momento in
poi un fitto dialogo ha portato al completamento della pellicola, che parte
dalla sua adolescenza in Florida, passando attraverso gli umili giorni da
senzatetto e quell’infarto che ne avrebbe compromesso seriamente il quadro
clinico. Poi le esibizioni al Black Velvet ed il lancio artistico – con relativo
tour mondiale a seguire – da parte di Daptone.
Con ‘Victim Of Love’ la magia si
rinnova questo aprile. Assistito dal produttore/compositore e polistrumentista
Thomas “TNT” Brenneck, Charles ritorna presso gli studi della Dunham per dar
vita al successore del fortunato esordio. Una delle esperienze più eccitanti
registrate dalla label newyorkese. Il nuovo capitolo nella saga di Bradley
mantiene la consistenza delle migliori pubblicazioni di genere, ribadendo
quell’autentica folgorazione che lo avrebbe reso un uomo diverso, a partire da
quel lontano 1962 in
cui la sorella lo accompagnò a vedere per la prima volta James Brown al
leggendario Apollo Theater.
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