23/09/11

Kuedo - Severant (Planet Mu)

Al suo debutto sulla lunga distanza Jamie Teasdale – in arte Kuedo – ha realizzato un album che riprende certo le istanze della intelligent dance music, virando anche le asperità dubstep (esposte in maniera esemplare col suo precedente duo Vex’d) verso atmosfere più sospese ed eteree. Scrollatosi di dosso molti dei luoghi comuni della moderna tecnologia, ad un esteso banco di regia Jamie ha preferito un’espressione più pura e sincera.

‘Severant’ guarda così coscienziosamente al passato, ristabilendo linee di confine tanto con i corrieri cosmici quanto con l’avanguardia elettronica europea. I primi nomi a balzare alla mente sono quelli di Tangerine Dream e Vangelis, musicisti che di un’attitudine futuribile avevano già fatto un manifesto negli anni ’70. Ma c’è dell’altro, perché l’attitudine urban non sembra affatto sopita, e qualche beat ‘grasso’ subentra nella gestazione del disco, a rinverdire un amore adolescenziale per il più creativo hip hop.

E’ così che Severant supera a destra anche le estensioni più celestiali del pop hypnagogico, inseguendo il sogno dei compositori d’avanguardia seventies e le punte più lisergiche della dance di fine anni ’80. Il denominatore comune appare il viaggio, non più interstellare, ma confinato ad una dimensione quotidiana. Una liberazione che avviene quasi ad occhi aperti.

Sentimenti melanconici costituiscono la spina dorsale emotiva del disco e Teasdale per riprodurre fedelmente quel feeling ha fatto ricorso ad una strumentazione per lo più analogica, seppur filtrata attraverso plug-in moderni.
Sono scene da film quelle di Severant e se proprio pensavate ad un nuovo Blade Runner in musica, questa potrebbe rivelarsi una palpabile alternativa.

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