Una volta relegati i Black Moth Super Rainbow a mero side project, tornano per Anticon e con un album nuovo di zecca i Tobacco, facendo seguito a quel sinistro debutto all’insegna dell’avant-hop a titolo Fucked Up Friends.
Inquietante sin dalla copertina a carattere culinario, Maniac Meat appare come un’ennesimo viaggio freak dalle parti della più spaziale musica ritmica. La più grande novità è sicuramente rappresentata dal roboante featuring di Beck nei brani Fresh Hex e Grape Aerosmith. Scoppiettanti tracce che vibrano di umori à la Residents, tra sintetizzatori vintage ed una beffarda attitudine avant.
Un disco che stravolge ulteriormente la visione di ritmo dei nostri, affrancatisi anche dal ricercato status di formazione hip-hop trasversale tanto caro alla pionieristica Anticon. Potremmo così parlare di una vena elettronica e di un chiaro ricorso alle tecniche vintage, per descrivere compiutamente i Tobacco di oggi, prototipo di band che scavalla anche l’immaginario wave più incline alle tenebre. Prendete ad esempio una traccia come Unholy Demon Rhythms, dove un campione di beatbox va a poggiarsi solennemente su di un’escursione sintetica degna del miglior Jean Michel Jarre o anche all’electro-pop di Heavy Makeup, una delle più riuscite performance del disco, con un micro-solo di armonica che ha davvero l’efficacia di spaccare il brano in due
E’ la creazione più estrosa dei Tobacco, il loro tributo in codice agli anni ’70 vissuti assolutamente di striscio e agli ’80 della rinomata guerra fredda. Tutto emerge e tutto è riciclabile, in una cultura che mette insieme disparati spicchi di storia. E nel rivisitare quelle strade, quelle basse frequenze, i Tobacco preferiscono la teoria dell’interruzione, dell’imprevisto. Anche questa è materia hypnagogica.
Inquietante sin dalla copertina a carattere culinario, Maniac Meat appare come un’ennesimo viaggio freak dalle parti della più spaziale musica ritmica. La più grande novità è sicuramente rappresentata dal roboante featuring di Beck nei brani Fresh Hex e Grape Aerosmith. Scoppiettanti tracce che vibrano di umori à la Residents, tra sintetizzatori vintage ed una beffarda attitudine avant.
Un disco che stravolge ulteriormente la visione di ritmo dei nostri, affrancatisi anche dal ricercato status di formazione hip-hop trasversale tanto caro alla pionieristica Anticon. Potremmo così parlare di una vena elettronica e di un chiaro ricorso alle tecniche vintage, per descrivere compiutamente i Tobacco di oggi, prototipo di band che scavalla anche l’immaginario wave più incline alle tenebre. Prendete ad esempio una traccia come Unholy Demon Rhythms, dove un campione di beatbox va a poggiarsi solennemente su di un’escursione sintetica degna del miglior Jean Michel Jarre o anche all’electro-pop di Heavy Makeup, una delle più riuscite performance del disco, con un micro-solo di armonica che ha davvero l’efficacia di spaccare il brano in due
E’ la creazione più estrosa dei Tobacco, il loro tributo in codice agli anni ’70 vissuti assolutamente di striscio e agli ’80 della rinomata guerra fredda. Tutto emerge e tutto è riciclabile, in una cultura che mette insieme disparati spicchi di storia. E nel rivisitare quelle strade, quelle basse frequenze, i Tobacco preferiscono la teoria dell’interruzione, dell’imprevisto. Anche questa è materia hypnagogica.
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