Sempre spinosa la questione pop ai giorni nostri, soprattutto quando si perde di vista la forma canzone in favore dell’arrangiamento maniacale, quando è lo studio di registrazione a vestire il ruolo da protagonista e non la penna degli autori a rilasciare tratti sensibili. Al quinto album i canadesi Stars propongono una prova di forza, facendo perno unicamente sulla loro ispirazione. Si tratta del successore al fortunato disco licenziato da City Slang nel 2007 "In Our Bedroom After Ther War". Con un songwriting che spesso rasenta la perfezione, evidenziando di volta in volta il gusto per arrangiamenti pop sinfonici o una matura presa su temi synth-pop, i cinque fantasmi evocati dai nostri si librano in maniera morbida nell’aria. Onirico è quindi il percorso del nuovo disco - pubblicato in Canada dalla personale Soft Revolution Records con licenza worldwide a Vagrant – dove le melodie carezzevoli di Amy Millan sono la chiave di volta in un lavoro che affronta l’universo pop in tutte le sue molteplici sfaccettature. Da registrare anche la presenza di Andrew Whiteman che forte dell’esperienza con altri affermati artisti locali come Broken Social Scene ed Apostle Of Hustle, provvede a lasciare un segno importante. Registrato nella natia Montreal il disco è quanto di più avvincente possiate aspettarvi in questo scorcio di stagione nell’universo indie più sofisticato. Decisi a ritrovare un’ariosa forma canzone gli Stars ci conquistano con la wave gentile di "The Passenger", l’organo quasi chiesastico di "I Died So I Could Haunt You", gli sbarazzini synth di "We Don’t Want Your Body "e lo shoegaze cinematico di "He Dreams He’s Awake". Un ritorno di grande personalità, dove l’eclettismo è sempre messo al servizio del prodotto finito, dove l’emotività è palpabile e il gioco delle parti – scenari acustico/elettronici, voce maschile/femminile – si risolve in un’istantanea proiezione di magnificenza.
il video del primo singolo "Fixed"
1 commento:
hm. bello. soprendente.
love, mod
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