"Transit Transit" è il tanto atteso debutto per ATP Recordings di Autolux, un enigmatico trio californiano che già con "Future Perfect" aveva conquistato ampi consensi underground. Arrivano da Los Angeles e la loro è definibile come una lugubre miscela pop-wave, affatto insensibile all’utilizzo di registri alternative dance. Dopo essersi fatti largo nell’emisfero occidentale con la pubblicazione del primo disco nel 2006, hanno ricevuto il battesimo di fuoco con date al fianco di PJ Harvey (durante il suo primo tour in Russia) e più recentemente con Thom Yorke, a seguito del progetto Atoms For Peace. Così nel settembre 2009, gli Autolux sono sufficientemente maturi da imbarcarsi nel primo tour da headliner negli Stati Uniti, evento che culminerà con l’apparizione al festival evento All Tomorrow's Parties, nell'edizione curata dai Flaming Lips. Carla Azar voce/batteria, Greg Edwards voce/chitarra ed Eugene Goreshter voce/basso, sembrano danzare a margine di una copia di B"ela Lugosi Is Dead", pur esplicitando riferimenti alla dance newyorkese di ESG prima e Cibo Matto poi. C’è qualcosa di scuro e martellante nella musica di Autolux, come un ballo rituale, una rivolta dell’anima su ritmiche sommesse. Vecchi sintetizzatori analogici che si avviluppano sul corpo di un rock stordito, con distanti campionamenti della porta cigolante di un frigorifero e di un pianoforte da casa.
26/06/10
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