15
anni di Rocket Recordings, una delle più intense realtà del sottobosco
britannico, sempre in bilico tra un concetto elevato di psichedelia ed alcune
delle più sofisticate varianti del rock duro. Gli scandinavi Goat sono divenuti
in maniera perentoria il loro gruppo più rappresentativo e dopo aver
strabiliato un po’ tutti con il debutto ‘World Music’ è ora di fare i conti con
il loro dinamitardo live, fuori proprio per la label britannica. Inciso allo
storico Electric Ballroom di Londra il 27 giugno del 2013 – spettacolo che ha ovviamente
registrato il tutto esaurito - Live
Ballroom Ritual è la più fedele riproduzione musicale della loro danza
sabbatica, una sorta di virus globale che attanaglia dal primo all’ultimo
istante, un’estasi frenetica confermata anche da questi solchi.
Potrebbe
aprirsi un dibattito sull’ opportunità o meno di pubblicare un disco dal vivo a
breve distanza da un esordio in studio, eppure i dubbi vengono fugati nell’immediato
istante in cui la puntina si deposita sul nero vinile, sprigionando tutti gli
aromi magici che istantaneamente hanno reso Goat un nome di culto in mezzo
mondo. I brani sono baciati da una recondita fisicità, le jam estese, i
soliloqui psichedelici vere e proprie danze alla periferia del mondo. Un
vorticoso girare che è puro flusso di coscienza, un’ipnosi condensata in dodici
episodi che sfogliano altre mappe, regalandoci grandi momenti di altro rock ad
alto voltaggio, con una spina dorsale etno-funk che è pura gioia dei sensi. Da
quella Disco Fever che sembra un tributo
adrenalinico ai Tom Tom Club alle tinte hard di Diarabi, quasi il gruppo
respirasse l’aria dei grandi festival generazionali come Woodstock o l’isola di
Wight.
Live
Ballroom Ritual mette a tacere tutti i più scettici commentatori, dicendoci
dell’importanza del gruppo mascherato svedese, una delle più autentiche
manifestazioni del nostro villaggio globale.
1 commento:
paura!
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