La
storia degli Eazycon comincia in un liceo artistico di Torino dove Carlo Musso
(Carl Lee) e Frankie Partipilo, mossi dalla comune passione per la musica,
decidono di unire le proprie forze dando vita a un progetto di
voce-chitarra-sax votato alla libera sperimentazione. Gli anni Settanta sono
ormai agli sgoccioli e gli ascolti prog e free jazz dei due ragazzi si
contaminano e risentono delle influenze delle nuove sonorità wave che in quegli
anni si stavano diffondendo. Il risultato è un'originale combinazione che
difficilmente si presta a etichette e catalogazioni. Gli Eazycon concepiscono
la loro ricerca musicale come espressione artistico-performativa, privilegiano
l'aspetto live e lasciano di sé solo poche testimonianze, come il brano Haiti
Blues – presente nella compilation del nuovo rock italiano
"Gathered" (1982) – e l'LP "In The Tradition", del 1987.
L'obiettivo di questa raccolta è riscoprire la musica del duo art-rock
piemontese, portando alla luce demo e registrazioni rimaste ancora inedite, a
distanza di oltre trent'anni.
Gli Eazycon muovono i primi passi all'insegna di una wave convulsa e destrutturata che si ispira ai fermenti della no wave d'Oltreoceano. Nel corso della seconda metà degli Ottanta, però, le atmosfere dei loro brani diventano più rarefatte, i tempi si dilatano, le strutture si fanno più complesse e l'utilizzo di sitar e flauti evocano l'Oriente e rivelano influenze psichedeliche. La lingua di preferenza resta l'inglese: Carl Lee, voce e chitarra del duo, scandisce i suoi testi attingendo in egual misura all'immaginario surreale e nichilista di Dada e a quello occulto dell'esoterismo. Solo una caratteristica è immutata: la volontà di sperimentare nella continua ricerca di nuove forme espressive. Il sound degli Eazycon è in perenne evoluzione e si sviluppa come la trama dei loro brani, all'insegna dell'improvvisazione e dell'imprevedibilità.
La stessa imprevedibilità li porta anche a confrontarsi con cover di brani noti, dal country tradizionale di Wagon Wheels a Nonaah, manifesto della creative music di Roscoe Mitchell dell'Art Ensemble of Chicago. La musica che rifugge qualsiasi definizione e i brani, che si sviluppano su traiettorie inaspettate e sorprendentemente eclettiche, fanno dell'esperienza Eazycon una realtà da scoprire e riscoprire. Tutto e il contrario di tutto, musica e non-musica, tradizione e innovazione, opposti che si incontrano e coesistono, proprio come quella paura e quel piacere (Fear and Pleasure) da cui prende il nome questa raccolta retrospettiva.
Gli Eazycon muovono i primi passi all'insegna di una wave convulsa e destrutturata che si ispira ai fermenti della no wave d'Oltreoceano. Nel corso della seconda metà degli Ottanta, però, le atmosfere dei loro brani diventano più rarefatte, i tempi si dilatano, le strutture si fanno più complesse e l'utilizzo di sitar e flauti evocano l'Oriente e rivelano influenze psichedeliche. La lingua di preferenza resta l'inglese: Carl Lee, voce e chitarra del duo, scandisce i suoi testi attingendo in egual misura all'immaginario surreale e nichilista di Dada e a quello occulto dell'esoterismo. Solo una caratteristica è immutata: la volontà di sperimentare nella continua ricerca di nuove forme espressive. Il sound degli Eazycon è in perenne evoluzione e si sviluppa come la trama dei loro brani, all'insegna dell'improvvisazione e dell'imprevedibilità.
La stessa imprevedibilità li porta anche a confrontarsi con cover di brani noti, dal country tradizionale di Wagon Wheels a Nonaah, manifesto della creative music di Roscoe Mitchell dell'Art Ensemble of Chicago. La musica che rifugge qualsiasi definizione e i brani, che si sviluppano su traiettorie inaspettate e sorprendentemente eclettiche, fanno dell'esperienza Eazycon una realtà da scoprire e riscoprire. Tutto e il contrario di tutto, musica e non-musica, tradizione e innovazione, opposti che si incontrano e coesistono, proprio come quella paura e quel piacere (Fear and Pleasure) da cui prende il nome questa raccolta retrospettiva.
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