27/03/12

Da Seattle il metal-core dei Black Breath


Si apre con un riff à la Slayer ed una rincorsa su velocità supersoniche che sa tanto di Sepultura – epoca ‘Beneath The Remains’ – ed Entombed (zona ‘Clandestine’). Con questa raffica di colpi si inaugura il nuovo album dei barbari del Northwest. Il secondo album dei Black Breath – dalla capitale del grunge – è un affare per veri intenditori, una cruenta escursione su terreni metal-core, con un forsennato spirito rock’n’roll. Sentenced to Life, questo il titolo della loro seconda fatica per Southern Lord, una devastante ascesa verso i quartieri alti della musica estrema, senza risparmiare una stilla di sudore. Messo a fuoco dopo il tour europeo del novembre 2010, il disco può contare su una produzione e costruzione metodica, senza in questo far rimpiangere l’impatto brutale con cui abbiamo imparato a convivere. I 10 brani di ‘Sentenced To Life’ – per poco più di mezz’ora di musica, come a ribadire l’istintività della faccenda – incidono con perfezione chirurgica, lasciando attoniti dal primissimo ascolto.

Gli altri titoli che si candidano ad immediati smash hits di genere sono ‘Doomed’, ‘Forced Into Possession’, ‘Home of the Grave’ ed ovviamente la title track, che ci riportano ai primordi dell’epopea thrash-death di fine anni ’80. Registrato presso i God City Studios con il prezioso contributo in veste di fonico di Kurt Ballou (Converge), il disco è una delle più fresche pubblicazioni in campo metal-core nelle quali possiate imbattervi oggi. Non resta che augurarvi - a questo punto - buon headbangin’!

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