27/11/13

Thee Silver Mt. Zion: il nuovo capitolo





La band di Efrim Menuck non è mai andata troppo per il sottile, scegliendo sempre una dialettica piuttosto esplicita a fronte dei comportamenti di circostanza, che troppo spesso hanno attraversato l’universo alternative. Al diavolo l’ipocrisia dunque, come dimostrato dagli stessi Godspeed You Black Emperor che pochi mesi or sono hanno deciso di non presentarsi ad uno dei più classici vernissage indie canadesi – il Polaris Prize – difendendo così allo strenuo la propria etica.


Dopo la favolosa reunion da cui è anche scaturita la pubblicazione dell’album ‘Allelujah! Don’t Bend! Ascend!’ , Efrim torna a dedicarsi a tempo pieno ai Silver Mt. Zion. Il titolo del nuovo disco, ovviamente per Constellation, è quanto meno provocatorio: ‘Fuck Off Get Free We Pour Light On Everything’. E’ il primo documento ufficiale della band ad esser stato concepito con la nuova formazione a cinque. Ed è anche il primo album a rispettare la lunghezza di un singolo Lp, dal debutto stesso della band avvenuto 15 anni or sono (all’epoca erano addirittura un power trio).


Il disco parte con una propulsione straordinaria, mettendo in fila numeri quali ‘Fuck Off Get Free (For The Island Of Montréal)’, ‘Take Away These Early Grave Blues’ e ‘What We Loved Was Not Enough’ assieme alla straordinaria ninna nanna ‘Little Ones Run’ e all’altra miniatura ‘Rains Thru The Roof At Thee Grande Ballroom (For Capital Steeze)’. Il fulcro dell’album è pero’ ‘Austerity Blues’ , un’epica cavalcata di 14 minuti che si chiude con una preghiera: “Lord let my son live long enough to see that mountain torn down”.


Proprio questo testo ingloba l’attitudine di Efrim ed il suo desiderio di confrontarsi con un universe che affoga nell’ ingiustizia e nell’ingordigia. Le sue osservazioni passano attraverso al lente di un genitore, che riflette sul significato ultimo di mortalità, sconfitta e legami familiari. Questo non è intrattenimento, meno che mai una via di fuga. La poetica dei Silver Mt. Zion è un manifesto politico che si bagna nella passione, al capolinea del sistema capitalistico occidentale.





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