How to Build a Maze
è il secondo album di Cocoanut Groove, band scandinava capitanata da Olov
Antonsson. Si tratta anche della prima pubblicazione ufficiale per la nuova formazione
estesa, dopo che ‘Madeleine Street’ del 2008 rappresentò poco più dell’estensione
di un progetto solista. Direttamente dal nord della Svezia, Antonsson indossa
senza timori reverenziali le sue tipiche influenze sixties: un pop barocco con
tracce dei tardi Smiths e degli idoli Clientele, oltre ad una lodevole
fascinazione per il folk brumoso di Vashti Bunyan e Nick Drake.
Scritte durante un
lungo periodo di tempo, le canzoni che compongono How To Build A Maze puntano
ad una perfezione formale che possa rinverdire la grande stagione del pop anni
’60. La finalità è quella di avvicinare capolavori consolidati come ‘Beechwood
Park’ degli Zombies o ‘World Of You’ degli Aerovons. Ferme restando alcune
puntuali melodie folk svedesi che si affacciano in maniera discreta all’interno
del disco. Registrato in numerose
location nella città natale di Umeå, il disco parla di esperienze strettamente
personali, riflettendo a lungo sul significato di perdita. Dagli amici che si
allontanano alle stagioni che volgono al termine, il tutto in un carezzevole susseguirsi
di melodie e partiture soavi.
Il nome della band
arriva direttamente da una canzone dei Lovin' Spoonful scritta da Roger Nichols
Olov ha composto tutti i brani del disco oltre a suonare la chitarra, il basso
ed il pianoforte. Nel corso degli anni – ed in particolare per questo disco – è
stato aiutato da Calle Thoor, Anton Runesson e William Andersson (batteria),
Josef Ringqvist (basso), Mattias Malm (chitarra, tastiera, voci, arrangiamenti,
percussioni), Ivar e Gunnar Lantz (archi) e Frida Danielsson (tromba). Cocoanut
Groove si inserisce nel solco della grande tradizione indiepop svedese, con
grande puntualità, rispettando una bellezza di fondo, sfiorata da una dose
sussidiaria di malinconia.
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