I Suuns – al secolo Ben Shemie, Max Henry, Liam O'Neill e Joseph Yarmush – arrivano da
Montreal, punto nevralgico della
cultura francofona canadese e patria di numerose stelle del firmamento
indipendente. Difficile non farsi condizionare dal clima sociale estremamente
caldo e dai sommovimenti della popolazione studentesca, che a titolo diverso sembrano
aver informato tutte le session di ‘Images du Futur’.
A detta del cantante Ben Shemie un disco che nasce in un clima di grande eccitamento, speranza e al contempo frustrazione. Rispetto al tanto chiacchierato debutto, il quartetto sembra gradire una maggiore varietà stilistica, senza mai trascurare un’intensità di fondo. Già nei tratti dell’opener "Edie's Dream" si snodano gli eccentrici pensieri dei canadesi, che tra celestiali vocalizzi e pareti di white noise danno la loro personale rilettura dello shoegaze, passando anche dalle parti del più spaziale rock tedesco.
A detta del cantante Ben Shemie un disco che nasce in un clima di grande eccitamento, speranza e al contempo frustrazione. Rispetto al tanto chiacchierato debutto, il quartetto sembra gradire una maggiore varietà stilistica, senza mai trascurare un’intensità di fondo. Già nei tratti dell’opener "Edie's Dream" si snodano gli eccentrici pensieri dei canadesi, che tra celestiali vocalizzi e pareti di white noise danno la loro personale rilettura dello shoegaze, passando anche dalle parti del più spaziale rock tedesco.
Già lodati da Pitchfork ed NME per
le loro doti spontanee, con l’esordio "Zeroes QC" i nostri si guadagnarono l’appellativo
di ‘Best New Band’ proprio tra le colonne del magazine inglese. Questo accadeva
nel 2011, e nulla sembra essere mutato nell’atteggiamento dei Suuns, che questa
volta sono intenzionati anche a farci
ballare, seguendo traiettorie non propriamente convenzionali. Tutto ciò senza
particolari artifici sonori, considerando che l’idea stessa dei Suuns insegue
la pratica del ‘massimo dei risultati con il minimo dello sforzo’. Una
filosofia minimalista, cui provvede anche la produzione mai sopra le righe di Jace
Lasek dei Besnard Lakes, che prova a restituire alle composizioni un genuino
feeling live.
Non mancateli dal vivo in
primavera alle nostre latitudini.
29/04/2013 - Roma - Lanificio
159
30/04/2013 - Carpi (Mo) - Mattatoio
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