Chris Senseney e Stefanie Drootin-Senseney (The
Good Life, Bright Eyes, She & Him) danno vita ai Big Harp nel dicembre del 2010. In circa tre anni di attività anche la loro vita privata ha subito qualche
sostanziale cambiamento. A partire dal matrimonio e proseguendo con la nascita
del primogenito. Tutto questo non ha impedito loro di debuttare con ‘White Hat’,
una selezione di sbilenchi brani folk-rock che non rinunciavano agli
occasionali tratti ironici o a corroboranti scariche di black humor.
Un suono che cambia radicalmente
alla luce del nuovo disco, in uscita a febbraio per Saddle Creek. Il duo ha nel
frattempo raffinato la propria penna, provando anche nella versione live le
nuove ‘partiture’. Dalle basi intimiste degli esordi si è passati ad un suono
più corposo, dove le credenziali acustiche sono soggette al fuoco di nuovi
eventi. Gli arrangiamenti sono ora più complessi e l’elettricità dei nuovi
brani ne è naturale conseguenza. Dimenticate per un istante alcune delle più
celebrate coppie rock’n’roll del nostro tempo – White Stripes, The Kills – e concentratevi
su questi caldissimi soggetti. Il vostro
cuore tornerà a palpitare, come per magia.
Assoldato il vecchio amico John
Voris alla batteria, i Big Harp abbandonano gli arrangiamenti bucolici degli inizi,
assaporando una vena più tribale e metropolitana. Blues dell’anima sarebbe
opportuno definirlo. Una lunga linea rossa che da Captain Beefheart e Willie
Nelson porta direttamente ai giorni nostri, passando per l’alternative country
di Townes Van Zandt .
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