Pat Jordache è una figura davvero eclettica sullo scacchiere delle scena noise-pop di Montreal, una delle realtà più vibranti di tutto il circuito nordamericano. La sua band Sister Suvi - con Merill Garbus – ha avuto vita breve, pur entrando nelle maglie della popolare webzine Pitchfork, grazie a terremotanti prove dal vivo e ad un lavoro di articolato lo-fi (perdonate la contraddizione in termini) come "Now I Am Champion". Sciolta la società con la Garbus, Jordache investe sulla carriera solista facendo in modo che il primato delle sue canzoni spetti ad una forma di pop quasi intangibile, sospesa tra decine di citazioni. Ispirato dallo spirito del do it yourself e da quell’idea tipica di conservazione cara a tutta la scena del dopo-punk, Jordache inanella un’opera prima genuina, pubblicando nel formato musicassetta, anch’esso tornato con prepotenza nei circuiti off. Cotanta beltà non passa certo inosservata alle orecchie degli osservatori locali. Al quartier generale di Constellation, che ripubblica in primavera il disco nella versione digitale, alzono più volte il pollice. Grazie ad uno stile che sembra perdersi nella nebbia barrettiana come nei fumi lisergici di contemporanei quali Mercury Rev e Flaming Lips, Jordache si lancia anche in parti da consumato crooner, cercando un punto di raccordo parziale tra Scott Walker e Ian Curtis. Altrove l’utilizzo sistematico delle percussioni acustiche ed elettroniche lascerebbe pensare ad un disco kraut rock ‘errato’, roba visionata da un Martin Hannett in acido magari. Da questo quadretto minimalista emergono gli arrangiamenti live dei batteristi Phillip Chanel, Jeffrey Malecki e Thom Gillies. Rory Seydel (Shapes and Sizes) presto raggiungerà l’ensemble così assortito sul palco, dando con la sua chitarra maggiore profondità e compiutezza al sound della banda. Il gioco di "Future Songs" è proprio nel conservare una certa aurea di misticismo, appropriandosi di nomenclature per certi versi arcaiche, pur coniugando le ipotesi musicali secondo dettami contemporanei. Un pò quello che è accaduto altrove ad Ariel Pink. Proprio perchè aldilà dei mezzi di fortuna utilizzati, "Future Songs" appare come un manifesto perfezionista, esaltato dai dettagli e da una schizofrenia pop di fondo. Un disco che oltre alla meraviglia, trasmetterà la gioia di vivere.
Ascolta in anteprima "Get It (I Know You're Going To)"
Get It (I Know You're Going To) by Constellation Records
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