La primavera ci regala un’accoppiata davvero originale nei solchi di due nuove produzioni a firma Planet Mu. A testimonianza dello stato di grazia della label britannica, possiamo saggiare come il verbo elettronico sia oggi materia di studio e piattaforma di lancio per le più ardite contaminazioni ritmiche. Falty DL ha avuto un 2010 ricco di impegni, oltre alla lavorazione di numerosi singoli la specialità del remix gli ha consentito di arrivare a platee ben più ampie, associando il suo nome a quello di The XX, Mount Kimbie e di un vecchio profeta quale Anthony Shakir. Drew Lustmansi ripete con il nuovo‘You Stand Uncertain’, un album che estende a dismisura il confine della sua produzione, andando ad attingere a polverose atmosfere. Il tutto si traduce in un disco dance di livello assoluto, laddove le linee di basso sono avvolgenti e marziali grazie alle veloci folate della della fedele 808. L’abilità è semmai nel passare da episodi sostenuti a break che investono la cultura nera tutta. Dal 2-step di ‘Brazil’ – in cui possiamo ascoltare per la prima volta nel disco la distinta voce di Lily Mackenzie – al piano addirittura jazzy di ‘Waited Patiently’ montato su un’avveniristica base techno. Dalla house primigenia alla cultura del dopo rave, attraverso hip-hop e dubstep l’universo di Falty DL più che presentare incertezze è un manifesto di come la cultura chimica abbia sapientemente attecchito sulla mente del produttore.
Non meno coraggiosa la rentrèe di Boxcutter, al secolo Barry Lynn, che si staglia con Dissolve ben oltre la soglia dello spigoloso circuito dubstep, aprendo alle più disparate influenze, come nei dettagli di una pellicola cinematografica, appunto in dissolvenza. Sono input che arrivano infatti sottopelle, fornendo angoli inediti alla cultura post-dance del nuovo decennio. Nella ricerca di paralleli importanti potremo paragonare le scelte di Lynn a quelle di un pioniere del calibro di Theo Parrish, tale è la capacità di scomporre i ritmi, proponendo seducenti combinazioni che spostano ulteriormente in avanti sull’asse temporale la sua visione. La voce di Brian Greene per di più apre a soluzioni soulish hip-hop, con effetti fascinosi. La natura di Dissolve è dunque in un funk digitale, post-moderno, una serie di scatole cinesi che dicono della sofisticatezza dell’uomo dietro le macchine.
Non meno coraggiosa la rentrèe di Boxcutter, al secolo Barry Lynn, che si staglia con Dissolve ben oltre la soglia dello spigoloso circuito dubstep, aprendo alle più disparate influenze, come nei dettagli di una pellicola cinematografica, appunto in dissolvenza. Sono input che arrivano infatti sottopelle, fornendo angoli inediti alla cultura post-dance del nuovo decennio. Nella ricerca di paralleli importanti potremo paragonare le scelte di Lynn a quelle di un pioniere del calibro di Theo Parrish, tale è la capacità di scomporre i ritmi, proponendo seducenti combinazioni che spostano ulteriormente in avanti sull’asse temporale la sua visione. La voce di Brian Greene per di più apre a soluzioni soulish hip-hop, con effetti fascinosi. La natura di Dissolve è dunque in un funk digitale, post-moderno, una serie di scatole cinesi che dicono della sofisticatezza dell’uomo dietro le macchine.
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