12/02/10

Sharon Jones torna con un nuovo album, nei negozi ad Aprile


La regina del nuovo soul torna più baldanzosa che mai: è la voce di una veterana che ha battuto anche i più reconditi angoli della musica nera, partendo da una rivisitazione moderna del gospel e attraversando disco e rinascimento soul-jazz. Confermato il sodalizio con Daptone e la formidabile crew the Dap-Kings, Sharon Jones licenzia il successore del già fortunato "100 Days, 100 Nights", ponendo in prima linea – sin dal titolo – stralci di vita vissuta, perchè "I Learned The Hard Way" è anche il sunto di un’esistenza, spesa nei circoli anche più conservatori della musica pop, proponendo con insistenza oltre alle proprie credenziali, quell’incofutabile vena stilistica che affonda logicamente nel più atavico blues. E l’industria discografica – almeno quella indipendente – sembra ora piegarsi alla volontà della nostra, un’ugola d’oro che rispetto a tante colleghe bianche slavate non conosce davvero paragoni. Con 150.000 esemplari venduti del penultimo disco, le storie della Jones sono entrate di prepotenza nelle case di numerose famiglie americane e non solo, dai sobborghi di Brooklyn al resto dei mercati occidentali, con una quotidianità da sempre fedelmente impersonate dai grandi calibri della black music. "I Learned The Hard Way" è un trionfo annunciato, che si abbevera alla fonte della più tradizionale musica nera, cospargendo di una patina vintage questa nuova sortita nel mondo della più accorata soul music. Prodotto da Bosco Mann e registrato su un 8 tracce della Ampex da Gabriel Roth presso gli Hoouse Of Soul studios della stessa Daptone, il disco è completamente immerso nel calore e nella spontaneità delle incisioni del tempo che fu. Un drastico avvicinamento nei confronti di quelle memorabili incisioni che risalgono ai giorni d’oro di Muscle Shoals e Stax. I lamenti da consumata vocalist e le sue impennate rhythm’n’blues fanno della Jones una performer straordinaria, la sua capacità di governare il ritmo e di concedere strappi felini ai crescendo melodici la pone sullo stesso piano di immortali interpreti quali Tina Turner, Mavis Staples ed Aretha Franklin. Insomma se c’è da rivisitare un canone soul non potete certo fare a meno dell’ennesima pepita licenziata dal catalogo Daptone. Dalle fanfare informate direttamente dal Philly-Soul di “The Game Gets Old” – uno dei vertici assoluti del disco – allo stile scarno quasi in odor di Sam Cooke della fascinosa “Mama Don’t Like My Man” , uno scorrimento sensuale, in cui emerge anche la disciplina degli arrangiamenti, orchestrati dai soliti Dap-Kings, formazione che ha tra le numerose richieste da studio ha trovato la strada per i vertici assoluti della discografia internazionale, con le strette collaborazioni al fianco di Amy Winehouse e Bob Dylan. Questo è il Daptone Sound, ora e per sempre!

Dopo le prestigiose apparizioni a Coachella, Bonnaroo, Austin City Limits Festival, WOMAD (New Zealand), Lollapalooza, Chicago Blues Festival, North Sea Jazz Festival (Holland), la band è pronta a conquistare altri importanti palcoscenici, in una programmatica invasione all’insegna della più sinuosa musica nera. Aspettatevene delle belle.

Sharon Jones ha tra le altre cose collaborato con: David Byrne, Rufus Wainwright, Denzel Washington (The Great Debaters), Lou Reed, Booker T. & the MGs, Michael Bublé, Phish

The Dap-Kings hanno registrato con: Al Green, NAS, Amy Winehouse, Wale, Mark Ronson, Daniel Merriweather, Robbie Williams, Bebel Gilberto

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