16/12/09

Dag för Dag


Avete mai provato a suonare un disco della Factory in down psichedelico? Quella sensazione fuorviante, quasi un’ebbrezza indotta, potrebbe essere pari all’esperimento condotto da Dag för Dag, spiriti erranti che oltre a condividere la stessa terra d’origine – andrebbe usato il plurale dato che gli States e la Svezia sono i loro luoghi natali – condividono una stretta parentela, essendo all’anagrafe fratello e sorella. Sarah e Jacob tenendo a cuore le parole della propria madre - “Dive right in!” , per l’appunto un invito a lanciarsi, anche artisticamente – incorniciano un pop abissale, che negli umori del post-punk inglese e della cultura lisergica trova la sua ideale congiuntura. Armatisi di chitarre, bassi, organo ed usufruendo di alcuni batteristi temporaneamente in prestito, i nostri concepiscono in quel di Stoccolma un diabolico gioiello indie, quasi un metaforico canto delle sirene, un apocalisse interiore, placido. Espressamente accostati ad una più celestiale versione dei Joy Division, paragonati vocalmente a due icone come Kate Bush e Jim Morrison, i Dag för Dag conservano un sentimento macabro per il pop, in torch songs che si accendono improvvisamente d’elettricità, una cavalcata fantasma nel mare del dubbio, con passo felpato e maniere antiquate. In appena due anni di attività hanno diviso il palco con Wolf Parade, Lykke Li, Shout Out Louds, Handsome Furs, The Faint e The Kills. Il loro album – proprio per non smentire la duplice origine del gruppo – è stato concepito in parte negli States (5 brani sono stati prodotti da un cantautore off come Richard Swift) e in parte in Scandinavia, nella loro base operativa svedese col produttore Johannes Berglund, che ha offerto un tocco di magia ai restanti 7 pezzi. "Boo" è il prodotto di questa felice joint-venture artistica, un disco che culmina in una performance quasi stratosferica, nel suo intimo fuoco. E’ l’eco di quegli edonisti anni ’80, attutita da un docile pensiero flower-power. Un’opera prima da quadro onirico, una traccia impertinente per l’anno che verrà.


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