30/09/09
Jon Allen
29/09/09
Raveonettes
28/09/09
Kultur Shock
Dopo tre album e due dischi dal vivo, i Kultur Shock tornano in studio. Il risultato finale è "Integration", destinato sin d’ora a definire nuove regole all’interno di un genere in realtà molto trafficato. Merito anche della collaborazione col produttore Jack Endino da Seattle, l’uomo che con poche centinaia di dollari compì il miracolo con Bleach dei Nirvana. Sarebbe limitativo definire come hardcore/punk la musica dei Kultur Shock o avvicinarla alle più esagitate delle musiche etniche. Attraverso un approccio che rimane molto tirato il gruppo ha infatti posto le fondamenta di una miscela originale, capace di metter insieme elementi provenienti dal rock come dal punk e dal folk balcanico. Agevolati in questo dall’’uso di strumenti atipici come il violino od una larga sezione fiati. Sotto la guida del veterano vocalist Gino Yevdjevich, il gruppo con "Integration" tocca il suo picco artistico, mantenendo invariata una certa propensione naturale alla baldoria e all’anarchia. La posizione politica radicale è del resto una delle loro risorse liriche, l’impatto sociale del gruppo continua infatti ad essere determinante, nell’accompagnare queste visionarie cavalcate tra tradizione etnica e rumore bianco. Il gruppo tornerà presto in tour, forse l’ambiente più confortevole per questa masnada multi etnica che si avvale di musicisti bulgari, bosniaci ed americani. Sono amatissimi da Jello Biafra e Serj dei System Of A Down ed il loro approccio baldanzoso certo può richiamare quello degli amici Gogol Bordello. Una delle più belle realtà dell’Europa orientale, aldilà di ogni barriera, aldilà di ogni genere.
Kultur Shock in tour
22 ottobre - Mezzago (MI) @Bloom
23 ottobre - Roma @XRoads
24 ottobre - Bologna @Estragon
info: Barley Arts
23/09/09
Crollo Nervoso, la nuova uscita Spittle
La scaletta
Frenetics - The Madman Talk
Vox Rei - Le ombre dei soldati
The End - Tears In My Eyes
Les Blusons noirs - The Scream
Illogico - Africani gemiti
Blaue Reiter - My Inner Thought
Polaroid - Vita immaginaria
Atelier Du Mal - Back To Taiwan
Sex! - A Sickness Called Distress
Ship Of Fools - Metal Box
Ideal Standard - Another Loser
Nadja - Possession
The Age - U.E.R.
Dark Ride - Apocalypse
Mono - From Planets And Satellites
T.v. Dance - Schneller Leben
Dam-Funk "Toeachizown"
Iniziamo dal personaggio, un improbabile incrocio visivo tra Afrika Bambaata e Rick James. E’ il nuovo in casa Stones Throw, una figura ibrida tra produttore e dj, intrattenitore e mastermind. La musica dell’uomo è un bollente crogiuolo di hip-hop ed electro, un suono che mette in scena i balli sfrenati del rap, attraverso una cultura digitale stimolante. Potrebbero fioccare paragoni anche ingombranti, ma per instradarvi potremmo suggerire un approccio che sta tra Prince – quello di 1999 ad esempio – ed i Newcleus di Brooklyn, con il bene placido degli uomini-macchina di Dusseldorf. I contenuti dei brani di Dam-Funk - a detta dello stesso autore – si focalizzano sulle relazioni, buone e cattive, un sunto poi della vita che scorre quotidianamente.
La musica del nostro, ancora una volta secondo le sue stesse parole, è un funk di taglio melodico, rispettoso di mostri sacri che animavano il dancefloor tra il finire degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo. Si fanno i nomi di Loose Ends, Kashif, Mtume e degli Slave di Steve Arrington.
La solida cultura hip-hop di Dam-Funk, si basa infatti sulla conoscenza di classici latin funk e soul jazz. Palesando comunque un interesse scientifico per le nuove tecniche di registrazione, il taglio dei brani è addirittura chirurgico, l’assemblaggio spaventoso. Toeachizown – che in slang sta appunto per To Each Is Own (ad ognuno il suo) – è il disco definitivo dopo una serie di mix ad hoc per quello che è considerato a Los Angeles l’ambasciatore del boogie-funk.. The new jack is now!
Dam-Funk sarà presto in Italia per due show:
14/10/2009 - Roma - Circolo Degli Artisti
18/10/2009 - Torino - Flora
Lisa Germano - Magic Neighbor
Lisa Germano torna con un nuovo album per la Young God di Michael Gira dal titolo Magic Neighbor. Lisa era letteralmente scomparsa dalle scene, iniziando a far serpeggiare più di un dubbio sul suo stato. Ma sarà ancora la musica a ristabilire gli equilibri, un linguaggio universale di cui la Germano si fa nuovamente interprete, grazie al suo riconosciuto stile da sirena neo-romantica. Lo stesso Gira che sembrava impensierito dalla condizione di una delle sue più acclamate artiste, si è ricreduto al momento dell’ascolto in anteprima del disco, che definisce senza alcun indugio il suo migliore. Si parla di una profondità inedita, di una prova vocale al di sopra delle righe. C’è ovviamente un velo di tristezza nella sua musica, ma anche un tono speranzoso che sembra farsi largo, pur mantenendo una dimensione privata, intima.
Gira azzarda addirittura un paragone con i commenti sonori dei lungometraggi della Disney, per quella dimensione a cavallo tra il sogno e la confusione apparente.
Nessuno sconvolgimento per quello che riguarda la musica della Germano, spesso ed immancabilmente costruita sul dualismo voce/piano. Preziosi anche gli arrangiamenti d’archi, che donano un tocco di classicità a questo Magic Neighbor, disco per molti versi ammaliante. Tra le più genuine ed ispirate cantautrici contemporanee, Lisa compie un ulteriore balzo in avanti nella definizione di uno stile proprio, invidiabile. Verrebbe voglia di dire: da qui all’eternità.
The Notwist - Sturm
Sin dai tempi dei Villane Of Savoonga i fratelli Acher hanno coltivato parallelamente ai Notwist una serie di progetti più imperniati sulla ricerca, per non dire del fascino esercitato dalle sirene dell’improvvisazione. Dischi che ereditando in buona misura la visionarietà del kraut rock portavano l’essenziale approccio chtarristico degli esordi altrove. Raggiunto uno status ed un rispetto invidiabile nei quartieri alti del rock indipendente internazionale- dopo il vecchio continente anche l’America si è inchinata al loro suono – i Notwist, in un’inedita inversione di marcia, tornano sulla strada della ricerca. Lo fanno con un album esclusivo pubblicato da Alien Transistor – vinile, per la gioia dei più incalliti audiofili – commento sonoro all’omonima pellicola del cineasta tedesco Hans-Christian Schmid. Storm – questo il titolo inglese – parla di crimini di guerra nell’ex-Jugoslavia del conflitto civile. Per accompagnare le drammatiche immagini i Notwist si adoperano per un commento sonoro molto particolare, in cui le ambientazioni sono intimiste, come si conviene ad un sottile thriller politico. Uno stato di ipnosi quello indotto dalla musica, grazie a strumenti estranei alla cultura manieristica del rock: xilofono, glockenspiel, fisarmonica ed un uso per nulla invadente dell’elettronica contribuiscono a disegnare un solido impianto per le immagini.
Tutte le musiche originali sono scritte e composte dai Notwist con la sola eccezione del brano Villa Kosa Version, concepito con Daniel Glatzel ed eseguito in combutta l’Andromeda Mega Express Orchestra. Un’esperienza inedita che arricchisce ulteriormente il bagaglio artistico dei nostri, non solo ispirati protagonisti indie, ma musicisti a tutto tondo a loro agio anche nelle situazioni più inedite.
22/09/09
Vivian Girls - Everything Goes Wrong
Il fenomeno è esploso, come una bomba ad orologeria, le Vivian Girls da Brooklyn, New York, hanno fatto tabula rasa ed hanno preso – come si dice in gergo americano – the world by storm. Il loro omonimo debutto, ristampato da In The Red lo scorso anno, è stata una delle rivelazioni assolute del circuito indie (oltre 15.000 copie vendute), grazie ad un approccio fresco e a tratti sorprendente. Mettendo in unico frullatore la velocità dei Ramones, le armonie dei gruppi femminili vocali dei 60 (Shangri-La’s, The Ronettes, etc.) ed un’estetica che oltre al garage-rock contemplasse la più gentile wave inglese, le nostre hanno forse creato l’ibrido indie-pop perfetto, calandosi in uno spazio-temporale tutto loro.
Un miracolo che ha conosciuto molti estimatori, dagli esteti inglesi del New Musical Express alla bibbia Pitchfork Media (che quest’anno ha anche curato un palco al festival catalano Primavera Sound, inserendo le Vivian Girls proprio tra gli headliners) passando per il prestigioso Spin. Le sorprese dell’esordio trovano conferma in un secondo album ancora più colorato, le cui tinte vagamente dark sembrano aprire ad interessanti scenari post-punk. Un disco più ragionato, dove cambia anche la durata dei brani in alcuni casi, segno di una scrittura più matura e di una perfezione strutturale guadagnata attraverso costanti tour. Il live è stata forse la piattaforma che ha lanciato definitivamente le ragazze, sistematicamente on the road – non sarà diverso questo 2009 come l’anno venturo – le Vivian Girls hanno consegnato le loro canzoni all’immortalità del momento, spiccando il volo tra le più originali proposte provenienti dall’underground americano. Il titolo Everything Goes Wrong è a questo punto solo un eufemismo.
Nuove ristampe per Betty Davis
Light in The Attic completa il programma di ristampe dedicato a Betty Davis. Ancora edizioni extra-lusso con booklet eccezionali, che attraverso curiosità e foto esclusive descrivono il percorso di una delle più grandi eroine nere dei seventies. Entrambi i dischi sono stati masterizzati dai nastri originali, mentre l’originale artwork è stato preservato grazie ad una stampa in digipack. Le note sono di due luminari della musica black, giornalisti e studiosi del settore come Oliver Wang (Soul Sides, che si occupa dell’inserto di Is It Love Or Desire) e John Ballon (una delle penne più note del magazine Wax Poetics ). Nasty Gal è il terzo album di Betty Davis. Uscito in origine nel 1975, rappresentò la prima uscita lunga per l’etichetta Island, dopo un promettente sette pollici. Il tiro è ancora eccezionale, distillato di iconoclasta furia rock e rovente soul music. Betty Mabry che sposò il trombettista Miles Davis nel 1968, per poi separarsene l’anno successivo dopo una burrascosa relazione, è stata a lungo una musa, capace di ispirare non solo uno dei più celebri jazzisti contemporanei, ma anche in grado di urlare al mondo intero il ruolo di indipendent woman, ben prima delle eroine punk e delle nipotine riot.
Un carriera fulminea la sua, con una manciata di album pubblicati a cavallo tra prima e seconda metà degli anni ’70. Betty – a cui viene anche accreditato un celebre flirt con il chitarrista di Seattle Jimi Hendrix – prendeva a piene mani dal funk-rock di scuola Sly & The Family Stone, per proiettare le sue piccanti liriche oltre la dimensione del puro intrattenimento.
Chanteuse e modella – frequento spesso le passerelle dopo lo split con Miles – Betty realizzò con Nasty Gal forse uno dei suoi album più aggressivi, una sorta di hard funk, che a ben vedere poteva rappresentare la risposta nera e femminea ai Black Oak Arkansas di Jim Dandy
Is It Love Or Desire del 1976 è in realtà un titolo meno celebrato nella discografia della nostra, non per questo un disco meno cruciale. L’album è stato inciso presso gli In The Country studios della Louisiana, distante da occhi indiscreti. Quello che sin dalle prime note si presentava come il lavoro più personale della Davis, per via di una rinnovata cifra stilistica che metteva da parte gli ardori del debutto per focalizzarsi su una forma canzone comunque ineccepibile, diverrà ben presto un disco fantasma. A causa di insanabili divergenze con la propria etichetta discografica – la Island – il quarto album di Betty rimarrà per sempre nei polverosi archivi della label. Ma spesso anche le chimere trovano la via più luminosa per riemergere. Ad oltre 30 anni dal suo concepimento il disco è finalmente disponibile per il grande pubblico.
Wild Angels - Nuova raccolta curata da Mary Anne Hobbs per Planet Mu
TRACKLISTING:
1. ?-Mark Pritchard
2. Spotted-Hudson Mohawke
3. Knock Knock-Mike Slott
4. Lhc-Brackles
5. Rainbow Rd-Gemmy
6. Discipline-Untold
7. Payroll-Tranqill [Paul White's Clean Dub]
8. Sleeping Bear Lament-Architeq [Take Remix]
9. Zig-Zag-Rustie
10. Red And Yellow Toys-Mono/Poly
11. We Should Light A Fire-Hyetal
12. Gutter Music V.I.P.-Starkey
13. Videotape-Darkstar
14. Esthian III-Floating Points
15. Of Low Count And Light Pocket-Sunken Foal
16. Wlta-Teebs
17. Ioio-Nosaj Thing
18. And Now We Wait-Legion Of Two
18/09/09
Beak
Beak> Iron Acton - Recording Session from Mintonfilm on Vimeo.
17/09/09
Ascolta 'A Pox on the Pioneers' di Andrew Weatherall
“genio. incontrastato. genio dalle cui orme nella sabbia nascono fiori, e al cui passaggio si spandono profumi come d’incenso” (Rolling Stone, 3 stelle)
“in dieci canzoni “A Pox On The Pioneers” compendia tutto e sposta, alleggerendone la cupezza, la new wave di From The Double Gone Chapel dei Two Lone Swordsmen verso il rock. Benché non a quei livelli, questo disco è un classico” (Rumore, voto 8)
“è il lascito di un genio (incredibile: è il primo disco che firma con nome e cognome suoi) che trova volgare essere geniali e che ha sempre parteggiato per i somari piuttosto che per i primi della classe” (Mucchio, 3 stelle)
“…si può godere senz’altro della genuinità dell’insieme, si possono iniziare a perlustrare i chiaroscuri, lasciando scorrere senza pregiudizi il disco emergono dal lavoro artigianale i dettagli riusciti, le piccole qualità. senz’altro obbligatorio per i fan, per gli adepti della chiesa weatheralliana…” (Blow Up, voto 7)
“indietronica postmoderna nel debutto solista di AW, che mette insieme vent’anni di esperienza tra le piste da ballo e un secolo di rock’nroll con focus sulla new wave. All The Little Things” sintetizza quello che dovrebbero imparare le nuove generazioni” (PIG)
Pelican
15/09/09
Le Loup
09/09/09
Brother Ali - Us
Il Ritorno di Jello Biafra
Il Disco esce in Europa a fine Ottobre