Non si va certo per il sottile da queste parti…I nomi in
campo non lasciano certo spazio ad altre interpretazioni. Quello dei Mutation è
un guanto di sfida, lanciato con la complicità di Ipecac, che ne licenzia la
prima fatica sulla lunga distanza – ‘Error 500’ – questo autunno. Il gruppo
mette insieme alcune delle più perverse menti del rock inglese, personalità
magnetiche che da anni hanno cospirato ai margini del music biz. I nomi dei partecipanti
saranno noti a molti di voi, l’idea di vederli assieme per la circostanza una
tentazione insondabile. Shane Embury
è il bassista dei Napalm Death, una delle menti più aperte in tutto il circuito
grind e metal estremo, Ginger Wildheart dal canto suo è stato
per anni la figura di riferimento degli street-rockers Wildhearts, un gruppo
che in patria ha messo spesso in discussione lo status symbol degli stessi
Guns’n’Roses. Jon Poole è forse
la figura più eclettica del trio, avendo prestato servizio nei leggendari
Cardiacs, gruppo che ha fatto letteralmente a brandelli tutti i luoghi comuni
del rock progressivo.
Come se tali ruolini di marcia non fossero sufficienti ai
tre si aggiungono anche ospiti sensazionali come Mark E Smith (The Fall) ed il reggente al trono del noise
nipponico Merzbow. I dieci brani
del disco sono di quanto più eclettico sia lecito immaginare in ambito rock
estremo. Da anni non si sentiva un tale eclettismo, forse proprio dal debutto
dei Mr. Bungle. Ma di paragoni avventati non abbiamo certo bisogno, considerata
la caratura dell’album, un mastodonte pronto a sopperire ogni vostra esigenza
relativamente alla fisicità e all’intelligenza trasferita in musica. Portando
alle estreme conseguenze le esperienze personali e mantenendo i toni di una
schizofrenia orchestrata, ‘Error 500’ coglie in pieno il risultato, regalandoci
una vitalità fuori dai confini del genere ed aprendo ad una sinistra vena
sperimentale. Accomodatevi.
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