Il suono originò l’universo,
non fu una singola parola. Il suono ha creato gli atomi, il suono e la luce
sono alla base del manifesto principe dell’universo … La sorgente primordiale
di un musicista è il suono eterno che si materializza nella musica stessa. (Constance
Demby)
Dimenticate tutto
quello che sapevate – o credevate di sapere – rispetto alla new age, un genere
che è divenuto una sorta di archeologia musicale nelle esplorazioni della
passata decade. ‘I Am The Center: Private Issue New Age In
America, 1950-1990’ è la prima antologia ad affrontare dettagliatamente l’epoca
d’oro del genere, rivelandone aspetti spesso sconosciuti. Non a caso è la Light
In The Attic a presentare questo illuminante doppio volume, sfatando i luoghi
comuni che spesso hanno portato a destabilizzarne gli intenti. Il termine new
age deve essere necessariamente riabilitato, e distanziato dalle forme
commerciali o ‘salottiere’ che erroneamente han preso il sopravvento.
Bisogna tornare alle
origini del movimento e considerarne la corrispondenza con la rivoluzione
psichedelica. Siamo di fronte ad una forma musicale autonoma, dove lo spirito e
le tecniche analogiche hanno da sempre avuto una parte determinante nel
processo creativo. La finalità: quella di creare un ponte tra corpo spirito
attraverso la dimensione sonora. Prima che la tendenza si trasformasse in un
mero business – con la tanto deprechevole ‘elevator music’ – c’è stata una storia
importante fatta di contatti con il mondo della musica jazz ed etnica. Non a
caso gente come Charles Lloyd e Paul Horn ha spesso lambito questi territori
con risultati spesso clamorosi.
Ci sono poi i
contatti insospettabili con la cultura mainstream, prima dello sdoganamento in
luoghi meno nobili. Pensate che nella colonna sonora di Blade Runner appare
un’incisone di Gail Laughton – a titolo ‘Pompeii, 76 A.D’ – recuperata per
questa ammaliante doppia compilation. Da Iasos – per cui Numero Group ha recentemente
curato un’antologia – a Laraaji –
scoperto dal guru Brian Eno mentre si esibiva al Washington Square Park,
passando per JD Emmanuel (icona per tutta una nuova generazione di seguaci del
drone e dell’ambient-noise) sono numerosi i protagonisti di I Am The Center. I
disegni del leggendario artista visuale Gilbert Williams e le note di copertina
del produttore Douglas Mcgowan, concorrono a riportare prepotentemente in auge
uno stile che deve per forza di cosa essere associato al grande folklore artistico
americano.
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