L’album
di debutto di Snoopzilla (Snoop Dogg) e Dâm- Funk ha un titolo quanto meno
programmatico: 7 Days Of Funk. Stones Throw punta forte su questa partnership,
una delle cose più esplosive accadute in ambito black da diversi anni a questa
parte. Dopo la sua presunta conversione rastafariana – con tanto di metamorfosi
in Snoop Lion – il rapper torna al suo primo amore ricordandoci di come in
assoluto lui sia un leader, tanto per carisma che per premi raccolti. 15
nominations ai Grammy ed oltre 30 milioni
di dischi venduti, numeri che hanno messo a tacere anche i più scettici.
Dam-Funk
è invece l’archetipo del produttore hip-hop contemporaneo, un uomo capace di
cogliere spunti dal recente passato senza dimenticare l’archeologia sonora che
sorregge le stanze del ritmo. Un collezionista a tutti gli effetti ed un
esperto di ricostruzioni maniacali. Sfegatato fan dell’italo-disco e del
boogie-funk, vero e proprio termometro sull’attuale arte del deejaying. Pensate
che il suo album di debutto - Toeachizown – fu salutato dall’influente Pitchfork
come “un lavoro di pura trascendenza”.
L’altra
notizia – se volete sensazionale – è che questo è il primo disco di Snoop concepito
con un singolo produttore dai tempi del multi platinato Doggystyle del 1993. La
leggenda del funk Steve Arrington – membro fondatore degli Slave – è uno degli
ospiti d’onore del disco, assieme al rapper Kurupt e alla sua crew Tha Dogg Pound. In Inghilterra, il singolo di debutto ‘Faden
Away’è stato suonato a oltranza da Benji B (BBC Radio 1 / 1Xtra) e dal solito
Gilles Peterson (BBC 6Music). Per la californiana Stones Throw si tratta di uno
dei suoi più grandi investimenti discografici, ancor più delle rivelazioni Aloe
Blacc e Mayer Hawthorne, passati poi alla corte di una major. ‘7 Days Of Funk’
è un puro distillato p-funk, un omaggio nemmeno troppo celato al gran maestro di
cerimonie George Clinton, coscienza suprema che veglia sopra al disco come uno
spirito solenne.
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