Le porte della percezione di Aldous Huxley si sono spalancate alla vista del Chris Robinson Brotherhood, che in questa sua seconda sortita discografica – a breve distanza dall’acclamato ‘Big Moon Ritual’ – decide di varcare ancora una volta i confini spazio-temporali, con tutta la nonchalance dei capi classe. E’ stato un 2012 ricco di rivelazioni per Robisnon e soci, dopo l’accantonamento a tempo indeterminato dei Black Crowes. Occasione più unica che rara per dedicarsi all’esplorazione del proprio ego musicale. L’elemento più sorprendente risiede nella versatilità delle composizioni, distanti dalla nomenclatura southern-rock che ha pur sempre definito lo spettro sonoro dei corvi neri.
Chris Robinson è da sempre un grande appassionato di
musica e la vena lisergica di questo nuovo progetto, pur se incrociata ad
elementi roots, rispetta in pieno la sua visione emancipata rispetto al music
business. Non bisogna infatti trascurare l’elemento cardine che sorregge la
nuova produzione, la Silver Arrow
è infatti un’emanazione della stessa Robinson family. E’ forse più disteso il clima di ‘Magic Door’ che
mette in fila sette brani, di cui sei originali —“Someday Past The Sunset,”
“Vibration & Light Suite,” “Appaloosa,” “Little Lizzie Mae,” “Sorrows Of A
Blue Eyed Liar” e “Wheel Don't Roll” — ed una cover di “Let’s Go, Let’s Go,
Let’s Go” a firma Hank Ballard.
Chris Robinson (voce, chitarra), Neal Casal (chitarra,
voce), Adam MacDougall (tastiere, voce), George Sluppick (batteria) e Mark
Dutton (basso, voce) ricreano un clima eccitante per tutta la durata del disco,
rispondendo in primis al proprio istinto creativo. Si respira un aria di totale
indipendenza artistica, nella consapevolezza di poter accogliere dal vivo una
creatura concepita pe illuminare i migliori festival live.
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