La sensibilità di Fire Records è
andata sempre ben oltre gli steccati del rock occidentale e se c’è un
continente per cui i responsabili dell’etichetta hanno sempre avuto un debole,
quello è l’Oceania. Il trittico di nuove uscite è esemplare in questo senso. Si
parte con i leggendari neozelandesi
Bailterspace, vero e proprio fiore all’occhiello della scena
indipendente locale e già protagonisti negli anni ’90 nella scuderia Matador.
'Strobosphere’ è la loro prima incisione da 13 anni a questa parte e non fa
altro che ribadirne lo status di cult band, spesso richiamato dalla bibbia
indie on line Pitchfork.
Al pari dei My Bloody Valentine i
Bailterspace hanno sempre incantato per il loro approccio rumoroso e melodico
allo stesso tempo, le loro performance dal vivo ricordate negli annali come un
qualcosa di necessario e doloroso. Già operativo con The Gordons, Alister
Parker forma i Nelsh Bailter Space con il batterista dei Clean Hamish Kilgour nel
1987. Dopo aver abbreviato il nome in Bailterspace, il gruppo decolla
definitivamente con l’inserimento degli altri ex The Gordons.Etichettati ben
presto dal Melody Maker come i Sonic Youth dell’emisfero sud, i nostri arrivano
oltreoceano agli albori dei 90 – la nuova dimora è New York - ponendo le basi
per una progressiva conquista globale. Il nuovo album ce li riconsegna in forma
invidiabile, accelerando semmai l’ossessione per le chitarre in saturazione e quelle
melodie capaci di insinuarsi sottopelle.
Ned
Collette and Wirewalker pubblicano il loro secondo album appoggiandosi alla
stessa label britannica. Collette nasce a Melbourne, ma si trasferisce due anni
fa a Berlino. Nel vecchio continente trova immediatamente spiriti affini con
cui dividere il palco, le sue esibizioni al fianco di Joanna Newsom,
Akron/Family, Bill Callahan e Nina Nastasia introducono la sua penna gentile ed
originale. E’ un cantautorato vellutato quello del nostro, che si arricchisce
però di soluzioni a sorpresa, forte anche di frequentazioni in ambiti più
espressamente sperimentali.
L’esplicito
titolo "2" introduce così canzoni pop dal piglio ricercato, con
elementi folk, cinematici e addirittura di musica concreta. Benchè siano stati
fatti paragoni con personalità ingombranti come Leonard Cohen e Ghostface
Killah, Collette impone il suo stile, anche attraverso strade non propriamente
in discesa. Le sue canzoni affrontano temi come la morte ed il declino, memorie
di luoghi abbandonate, situazioni spesso narrativamente morbose. Nel disco
anche un tributo strumentale al compianto scrittore cileno Roberto Bolaño, semplicemente
titolato "For Roberto". La chitarra spagnola è lo strumento principe
per Ned, al suo fianco si avvicendano numerose vocalist, tra cui: Gemma Ray
(UK), le australiane Laura Jean and Biddy Connor, Mirjam Smejkal (Germania) e Sascha Gersak (Germania).
Chiudiamo questo felice trittico
con il debutto di Opossom, progetto del neozelandese Kody Nielson, già
protagonista in patria con il tribolato combo art punk The Mint Chicks. ‘Electric Hawaii’ è sin dal titolo un affare esotico. Questa
nuova direzione punta in maniera decisa verso una rivoluzione stilistica. Svanisce
per molti versi la forma canzone, le strutture sono più flessibili e a
guadagnarci è un eclettismo di fondo che è un po’ la summa del percorso di Nielson.
La psichedelia è più una forma mentis che un genere codificato, mentre il surf,
l’elettronica ed il jazz sono costanti rintracciabili nell’arco di tutta
l’opera. Presto sui palchi di mezza Europa.
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