Il documento audio definitivo del movimento Black Power!
Per oltre 5 anni ad Oakland, California, l’archivista Pat Thomas ha potuto attingere ai seminali archivi di Huey Newton presso la Stanford University, al fine di documentarsi sull’ascesa del Black Panther Party, potendo peraltro contare sulle testimonianze di alcuni sopravvissuti a quella dinamitarda epopea. La ricerca è stata ovviamente estesa alla sfera musicale, con l’acquisizione di nastri ed album d’epoca, pagati a peso d’oro su Ebay. Confinando un periodo d’oro che andava dal 1967 al 1974, Thomas narra le gesta di alcune figure rivoluzionarie del tempo come Bobby Seale, Eldridge Cleaver, Angela Davis e Stokely Carmichael, personaggi presto saliti alla ribalta della cultura pop ed indiscutibili icone del tempo.
Una rivoluzione musicata da Gil Scott-Heron e dai Last Poets, unitamente ad alcuni fiancheggiatori bianchi come Bob Dylan e John Lennon. I risultati di questo prezioso lavoro di assemblaggio si possono cogliere nel libro a titolo Listen, Whitey! The Sounds Of Black Power, oltre 70mila battute per suggellare un pezzo importante della recente storia americana. Fantagraphics pubblica il tutto, unitamente a 200 immagini che immortalano rarità discografiche di genere rock, soul e jazz.
Light In The Attic si occupa della colonna sonora che accompagna questa successione di immagini, sotto l’egida Black Power un trionfo della multiculturalità. Dal singolo di Bob Dylan “George Jackson” – un fuori catalogo del 1971 – al portavoce del SNCC (acronimo per Student Nonviolent Coordinating Committee) Stokely Carmichael, passando per i contributi del poeta Amiri Baraka e dell’attivista/cantante Elaine Brown. 16 brani accomunati da tematiche rigorose, eppur capaci di esprimere una varietà artistica non comune. Anche l’uomo bianco, citato proprio nel titolo, è protagonista al pari dei luminari della cultura nera. John & Yoko si esibivano nel 1972 in un anthemica ‘Angela’ (dedicata proprio a quell’Angela Davis) mentre l’inglese di Manchester Roy Harper intonava una programmatica ‘I Hate The White Man’. C’è un’esplosiva Marlena Shaw con ‘Woman Of The Ghetto’ (catturata dal vivo al festival jazz di Montreux), uno stratosferico duo Eddie Harris e Gene McDaniels con ‘Silent Majority’ (Live At Newport) ed un devastante Gylan Kain – dall’universo Last Poets - con ‘I Ain’t Black’, uno spoken word che si avviluppa su un free-jazz-funk da antologia. E parlando di sommi poeti non poteva certo mancare il compianto Gil Scott-Heron con un’inedita versione solista di ‘Winter In America’. Sembra una vita fa, gli Stati Uniti possono ora contare su un black president, ma la lotta per i diritti civili ha avuto una lunghissima gestazione, motivo in più per avvicinarsi a questo documento che anche attraverso le sue uniche vibrazioni musicali, ci mette a conoscenza dello struggimento di un popolo.
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