16/02/12

Il debutto di Orcas per Morr Music


Esiste una linea di confine molto sottile tra la musica ambient e la forma canzone propriamente intesa. Una figura eccentrica come Brian Eno ha costruito un’intera carriera attorno alle potenzialità di questa commistione, mentre altre personalità hanno interpretato nella seconda metà dei ’90 i frutti della liaison. La natura astratta del genere cosiddetto ambient e la gratificazione istantanea del pop non sempre possono andare a braccetto, pochi sono effettivamente i ‘tirocinanti’ che hanno sfiorato l’ equilibrio perfetto.

Gli Orcas sembrano ambire ad una posizione di tutto rispetto in questo campo invero poco irreggimentato. Conoscevamo Benoît Pioulard per le sue fascinose pubblicazioni licenziate da Kranky (un marchio, una garanzia) ed il compositore minimalista Rafael Anton Irisarri per alcune uscite su Room 40 e Miasmah. Il loro stile è fortemente radicato sulle variazioni a tema del pop moderno ed elettronico, ponendo in forte relazione un latente astrattismo con apparenti squarci solari. E’ un gioco improntato alla sottrazione, dove il ritornello perfetto si tramuta spesso in drone e dove gli specchi della ripetizione sono solo il preludio ad una soffusa melodia.

Composizioni stratificate con lo studio di registrazione fido alleato nel processo di post-produzione. C’è una grande spazialità nell’omonimo esordio degli Orcas, il disco che segna anche un decisa svolta contenutistica per l’indipendente berlinese Morr Music. Dopo aver coperto un ruolo di primissimo piano negli sviluppi del fenomeno indie-tronica, la label riscopre forse la sua filosofia più avant, licenziando quello che ad oggi suona come uno dei dischi più freschi dell’anno.

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