16/06/11

All'esordio il giovanissimo Federico Braschi



E’ già tutto nel titolo, un pensiero che è via di fuga, ipotesi libertaria su una realtà metropolitana che opprime, tarpa le ali. “Tra le nuvole e l'asfalto” è l’opera prima del giovane Federico Braschi, che a ridosso del raggiungimento della maggiore età completava la sua opera prima, in una pratica non molto distante da quella dei più impegnati cantautori dei nostri Settanta. Ricordando quanto si è prodotto in patria pur rispettando le ambizioni ed i toni degli autori statunitensi, specchio culturale tangibile, il nostro ha scelto come musicisti e consulenti i campioni della canzone barricadera Gang, unitamente a Massimiliano Larocca, Lorenzo Semprini dei Miami And The Groovers, Franco D’Aniello, Davide Morandi e Francesco Moneti dei Modena City Ramblers. Prodotto in trio da Antonio Gramentieri, Franco Naddei e Diego Sapignoli, l’album lascia sgorgare istintivamente la penna di Braschi, che seppure all’esordio mostra già le doti di un veterano, agile nell’abbracciare toni elettro-acustici eleganti. Ci sono le ansie e le speranze di un’adolescenza che progressivamente scivola alle spalle, non c’è smania perfezionista, non c’è motivo di accelerare od inseguire una forma estetica definitiva. Che le emozioni siano in grado di sgorgare con naturalezza, accompagnate da una sei corde e da qualche lampo ritmico. Per i suoi collaboratori ‘adulti’ la condizione base implicava un gusto acerbo, incontaminato, c’era una freschezza da preservare, anche a scapito del formato. Ecco perché la semplicità negli arrangiamenti rimane una prerogativa di questo ‘Tra Le Nuvole E L’asfalto’ , avvincente nel suo intimismo. Eppure quella passione è scandita così chiaramente da risultare un urlo fragoroso, gioioso o riflessivo, a seconda dell’intensità con cui le dita si poggiano sulle corde. Di un cuore, quello sì, incontaminato.

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