Un lungo brano come nella tradizione di un’altra pietra miliare della musica heavy contemporanea: Jerusalem degli Sleep. Non nuovi ad excursus sulla lunga distanza i sei U.S. Christmas, riversano tutto il loro sapere e la loro arte in un monolite che pare immolarsi all’estetica del rock più apocalittico. In una telecronaca da giudizio universale, con gli echi visionari dei più classici lungometraggi di Jodorowski come sfondo, "The Valley Path" si pone come pietra d’angolo di tutta la cultura heavy e post-core. Talmente stratificate le mutazioni del loro suono che risulta difficile sacrificarli al banco dei cattivi maestri. Prendiamo infatti visione di un songwriting rimodernato, grazie all’utilizzo impertinente degli archi e dei musicisti addizionali per la session in causa: Tony Wyioming e Travis Kammeyer. Il gruppo non ha mai accantonato l’idea di realizzare un album costruito attorno ad una composizione-fiume, è come se la visione collettiva dei singoli prendesse forma, in maniera spontanea, rivelando le possibili bocche di fuoco di un progetto che dapprincipio si poneva come multimediale. Inseguendo quelle che erano le poderose tirate dei Neurosis di "Souls At Zero", scivolando nel neo classicismo amplificato di Godspeed You Black Emperor fino a lambire la psichedelia multivitaminica degli Hawkwind, "The Valley Path" testa il vostro corollario emotivo, riservando sorprese ad ogni angolo.
24/06/11
Nuovo disco su Neurot per U.S. Christmas
Un lungo brano come nella tradizione di un’altra pietra miliare della musica heavy contemporanea: Jerusalem degli Sleep. Non nuovi ad excursus sulla lunga distanza i sei U.S. Christmas, riversano tutto il loro sapere e la loro arte in un monolite che pare immolarsi all’estetica del rock più apocalittico. In una telecronaca da giudizio universale, con gli echi visionari dei più classici lungometraggi di Jodorowski come sfondo, "The Valley Path" si pone come pietra d’angolo di tutta la cultura heavy e post-core. Talmente stratificate le mutazioni del loro suono che risulta difficile sacrificarli al banco dei cattivi maestri. Prendiamo infatti visione di un songwriting rimodernato, grazie all’utilizzo impertinente degli archi e dei musicisti addizionali per la session in causa: Tony Wyioming e Travis Kammeyer. Il gruppo non ha mai accantonato l’idea di realizzare un album costruito attorno ad una composizione-fiume, è come se la visione collettiva dei singoli prendesse forma, in maniera spontanea, rivelando le possibili bocche di fuoco di un progetto che dapprincipio si poneva come multimediale. Inseguendo quelle che erano le poderose tirate dei Neurosis di "Souls At Zero", scivolando nel neo classicismo amplificato di Godspeed You Black Emperor fino a lambire la psichedelia multivitaminica degli Hawkwind, "The Valley Path" testa il vostro corollario emotivo, riservando sorprese ad ogni angolo.
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