Jenny Hval si è già costruita una solida reputazione in patria, grazie a due album che in Norvegia hanno sfiorato l’exploit commerciale. Piccola istituzione indipendente la Hval ha sempre scelto un approccio viscerale – come confermato dal titolo della sua terza opera – ridefinendo i contorni di un pop d’avanguardia dalle tinte chiaroscurali. Il terreno è stato preparato con ”To Sing You Apple Trees” del 2006 e ”Medea” del 2008, entrambi pubblicati con il nome d’arte Rockettothesky. Con “Viscera” l’autrice si scopre, confezionando un disco solista che verte su storie di carne e viaggi piuttosto mentali, amplificando una dimensione sensuale e provocatoria.. Fermo restando il desiderio di realizzare un’opera d’arte libera, Jenny ha abbandonato letteralmente la forma canzone, fluttuando attraverso il suono, in una dimensione parallela che potesse anche rappresentare l’indipendenza mentale. La scaletta dell’album è così contraddistinta da brani con protagonisti contemporanei, mentre altrove i caratteri sono più sfuggenti e l’idea di viaggio avviene soprattutto a livello corporale. Con questo album la vocalist si mette letteralmente a nudo, scegliendo una dimensione artistica forte, attraversando quei territori confinanti con il pop un tempo consoni a Kate Bush. Ma le tecniche estese applicate alla sua voce dicono anche di un sentimento genuino nei confronti di icone quali Diamanda Galas e Meredith Monk. Con la produzione impeccabile dell’ingegnere di casa Helge Sten, Rune Grammofon ci introduce al talento di una futura icona underground..
22/04/11
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