Non è certo mai mancato lo stile al duo inglese composto da Robin Saville ed Antony Ryan, da oltre un decennio protagonisti assoluti in quell’area comunemente nota come intelligent dance music. Isan è la ragione sociale e questo è il loro sesto album per quella che è divenuta la loro dimora anche spirituale: Morr Music. Glow In The Dark Safari Set non ci riserva sconvolgimenti di sorta, semmai ribadisce il concetto di totale brillantezza secondo il quale gli Isan sono una delle più estroverse creazioni dell’universo elettronico, ad oggi. Scegliendo un approccio gentile che ponesse in primo piano le tessiture strumentali piuttosto che un beat serrato, i due hanno fatto una scelta di campo portandoli ad esser paragonati ad alcuni dei migliori esponenti della proto-elettronica dei primi 60. E’ infatti essenziale l’approccio analogico in ogni sua forma dall’utilizzo delle tecnologie agli strumenti impiegati nel processo. Un’elettronica che definiamo manuale, proprio per l’assenza di programmi pre-definiti e per il ricorso poco meno che funzionale al laptop. Sono le macchine ad affascinare Robin ed Antony, la loro predilezione è per elementi arcaici come i vecchi Casio, le manipolazioni su nastro ed il ricorso ai rumori d’ambiente come a field recordings. Un senso di gioia pervade l’intera opera, dalle cinematiche indiscrezioni di Grissette alle calme ed oscillanti melodie di Greencracked, con immagini retro-futuriste a prendere il sopravvento. E’ evidente quale sia il percorso del gruppo, lontano dal trambusto quotidiano e più prossimo ad una definizione di elettronica che travalichi i contesti popolari, proprio in questa ricerca gli Isan sembrano aver maggiore confidenza con la scuola tedesca di Dusseldorf, con le trovate insuperate del BBB Radiophonic Workshop e con un maestro come Raymond Scott. L’idea è quella di rivedere alcuni standard e rilanciare l’idea di un moto compositivo sensibile alla storia più che alle mode fittizie.
27/04/10
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