Si chiama "Crush Depth", ed è la nuova incredibile avventura firmata dai britannici Chrome Hoof. Avventura più che esperienza musicale, dato che la capacità di muoversi a tutto tondo del gruppo implica un'abilità inconsueta nel prendere in esame tutte le musiche possibili della sfera 'occidentale'. Celebri per i loro live in cui fanno sfoggio di scenografie tra lo spaziale ed il teatrale, intrattenitori sublimi che sanno spingere con estrema naturalezza il piede sull'acceleratore, i Chrome Hoof sono una delle realtà più sfuggenti del cosmo britannico, tanto che i loro riferimenti spaziano dall'ossessivo groove funkadelico alla tradizione hard & heavy, incamerando nel mezzo tutto lo scibile di una cultura pop debitamente saccheggiata e riciclata ad arte. Semmai ancora più eclettici nel secondo lavoro sulla lunga distanza, stabiliscono che la parola d'ordine è osare. La loro musica è così esuberante contenitore capace di farvi sobbalzare dalla sedia senza cedere mai il passo alla noia o al mestiere. Dei dodici elementi in campo, sicuramente di spicco è la figura della vocalist di colore Lola Olafsioye, già alcentro delle attenzioni con i suoi Spektrum, combriccola autrice di un memorabile electro-funk che riattualizzava ai giorni nostri la lezione di ESG e Rip Rig & Panic. Crush Depth è un fuco tribale dove le danze si ergono a rito processionale,preparando il terreno ai mille sotterfugi del gruppo,che intreccia doom rock, progressive e scampoli neo-classici senza sosta alcuna, palesando oltre alla divina tecnica compositiva,l'abilità di arrangiatori disinvolti. Un enorme cut-up sonoro,dove all'estetica accomodante dell'indie-rock viene preferito un gioco di squadra in cui è l'estro a vincere, in una forma canzone che si dipana su cambi di tempo e di atmosfere fulminanti. Frank Zappa sarebbe stato probabilmente fiero di loro. Welcome back my friends to the show that never ends!
16/04/10
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento