29/01/10

The Last Electro-Acoustic Space Jazz & Percussion Ensemble (Madlib) - Miles Away

Seguendo idealmente il filo rosso che aveva portato alla creazione di piccoli capisaldi del rare groove con Stevie (a sua eminenza Stevie Wonder) e Monk Hughes: A Tribute To Brother Weldon (per sua eccellenza Weldon Irvine), Madlib inaugura un’inedita sigla personale come The Last Electro-Acoustic Space Jazz & Percussion Ensemble pagando pegno ad alcuni degli artisti jazz che maggiormente hanno contribuito alla sua formazione artistica. E’ come aprire un enorme file dati pur di attingere alle fasi più calde del jazz creativo, facendo viaggiare corpo ed anima attraverso la spiritualità dei seventies e le innovazioni del post-bop.
Dopo gli exploit di Yesterday’s New Quintet Madlib s’imbarca in quello che è forse il suo progetto più ambizioso. E lo fa con un passo ed una naturalezza che hanno dell’eccezionale. Migliaia di miglia lontano dai producers neri contemporanei, Miles Away è così un’altra disamina coraggiosa del suono Impulse!/Blue Note, ma anche un’indagine sul lavoro non meno prezioso di indipendenti quali Tribe o Strata East.
Una fusion umana, in cui le macchine hanno la loro buona responsabilità in fase di post-produzione, ecco come etichettare Miles Away, vero e proprio cortocircuito temporale contenuto nella preziosa copertina di Radek Drutis. Tra un omaggio a Coltrane/Sanders, uno al grande organista Larry Young ed un altro al trombonista di Detroit Phil Ranelin il disco scorre in un continuum estatico, roba da far accapponare la pelle. Deep jazz is now!

Nessun commento: