Sempre pronto ad aprirsi ad un’idea molto astratta di hip-hop, con il nuovo album per Ipecac - The Architect - Rob Swift non intende certo abbassare i toni, rilanciando semmai l’idea del turntablism come forma elevate di djing. E’ il suo debutto per l’etichetta di Mike Patton, un traguardo importante che giunge al termine di un percorso che ha visto nelle collaborazioni con Peeping Tom e General Patton Vs. The X-excutioners due momenti cruciali.
Cresciuto nei sobborghi di Queens, New York (regno dei Run DMC), Rob Swfit - omonimo di un trombonista degli anni ’40, già un segno del destino - Rob Aguilar è stato sin dalla più tenera età attratto dalle enormi possibilità del jazz, finendo poi col venerare i grandi cerimonieri della cultura hip-hop primordiale come Grandmaster Flash, Grand Wizard Theodore e DJ Premier. Spingersi sempre oltre i confini della sua proposta, quasi un diktat per Rob che prima con gli X-Men (chissà quale causa ha intentato la Marvel comics nei loro confronti…) e poi con gli stessi X-Ecutioners, ha ridefinito le regole del gioco, contribuendo ad una crescita esponenziale del ruolo del dj nella cultura black. Nel suo cut’n’paste sono confluite così tante influenze da lasciar sbalorditi, ma è nel 2008 che si consuma un nuovo appassionato sentimento. Per la musica classica in particolare, che entrerà prepotentemente nei tagli e nei campioni di Rob. L’avvicinamento graduale ad artisti come Mozart, Bach e Chopin, ha così inaugurato un nuovo vocabolario musicale per Rob, capace ora di far tesoro della grande cultura dei compositori europei. Anche il modo di utilizzare i piatti cambia radicalmente, l’idea di scrittura è ora più presente nella mente di Rob, che in maniera quasi scientifica mette assieme brandelli di mitologiche suite, consegnando alle stampe un disco che fa letteralmente la differenza nell’ambito del più creativo hip-hop. E’ tutto pronto per la sua definitiva affermazione planetaria, now let the turntablist do the talking!!!
Cresciuto nei sobborghi di Queens, New York (regno dei Run DMC), Rob Swfit - omonimo di un trombonista degli anni ’40, già un segno del destino - Rob Aguilar è stato sin dalla più tenera età attratto dalle enormi possibilità del jazz, finendo poi col venerare i grandi cerimonieri della cultura hip-hop primordiale come Grandmaster Flash, Grand Wizard Theodore e DJ Premier. Spingersi sempre oltre i confini della sua proposta, quasi un diktat per Rob che prima con gli X-Men (chissà quale causa ha intentato la Marvel comics nei loro confronti…) e poi con gli stessi X-Ecutioners, ha ridefinito le regole del gioco, contribuendo ad una crescita esponenziale del ruolo del dj nella cultura black. Nel suo cut’n’paste sono confluite così tante influenze da lasciar sbalorditi, ma è nel 2008 che si consuma un nuovo appassionato sentimento. Per la musica classica in particolare, che entrerà prepotentemente nei tagli e nei campioni di Rob. L’avvicinamento graduale ad artisti come Mozart, Bach e Chopin, ha così inaugurato un nuovo vocabolario musicale per Rob, capace ora di far tesoro della grande cultura dei compositori europei. Anche il modo di utilizzare i piatti cambia radicalmente, l’idea di scrittura è ora più presente nella mente di Rob, che in maniera quasi scientifica mette assieme brandelli di mitologiche suite, consegnando alle stampe un disco che fa letteralmente la differenza nell’ambito del più creativo hip-hop. E’ tutto pronto per la sua definitiva affermazione planetaria, now let the turntablist do the talking!!!
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