Ai Phenomenal Handclap Band piace da morire il Tullio De Piscopo di ‘Stop Bajon’ . Del resto l’italo disco ha sempre permeato profondamente la mappatura della club culture newyorkese. I conti tornano con ‘Form & Control’ loro secondo album, dopo un esordio che aveva lasciato molti a bocca aperta. Un disco apertamente più dedito al dancefloor, con un groove febbrile in grado di provocare forti giramenti di testa.
Salutati trionfalmente dal New Musical Express ai tempi del debutto omonimo – si facevano I nomi di Sly & The Family Stone e Tom Tom Club – i sei newyorkesi si iscrivono in quella school of fame che sin dai ’70 ha prodotto piccoli e grandi talenti.
Onnivori, questo è un dato di fatto. Tra i solchi di ‘Form & Control’ prende vita una musicalità fresca, gioviale, in cui il rock da radiolina si incastona nei labirinti del ritmo, per una nuova stagione del funk bianco. ‘The Right One’ e ‘The Unknown Faces At Father James Park’ sono gli indizi che portano alla soluzione del giallo. I Phenomenal Handclap Band sono oggi il corrispettivo dei gruppi soul-rock dei seventies, da Sly Stone ai Rotary Connection, passando magari per Creative Source ed Undisputed Truth.
Nel mezzo c’è stata ovviamente la disco ed il pop più sbarazzino, altri elementi che oggi sono parte di un disegno più ampio. Pronti ad aprire una serie di date per il signorile Bryan Ferry, Sean Marquand e Daniel Collas (produttori anche del nuovo disco per Tummy Touch), sono destinati a trasportare la squadra al trionfo, e se piove di quel che tuona ‘Form & Control’ è destinato ad allargar i l confine dei loro estimatori.
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