13/12/11

A febbraio il nuovo album di Of Montreal


L’uscita di Paralytic Stalks è prevista per il 7 di febbraio ed al solito il lancio promozionale degli Of Montreal assomiglia sempre più ad una sfilata sul red carpet, tanta l’enfasi con cui viene notificata ogni loro sortita ufficiale. Un gruppo che ha fatto del glamour una ragione di vita, uscendo dal grigiore indie americano grazie ad un immagine prepotente e ad una comunicazione decisa.

Una propaganda che assume i toni della pianificazione mondiale, ora che il nuovo disco verrà pubblicato da Contrarede Records in Giappone e Baram Records in Korea. Prodotto da Kevin Barnes presso il personale Sunlandic Studios di Athens, Georgia e mixato al Chase Park Transduction dall’ingegnere del suono Drew Vandenberg (Deerhunter, Toro y Moi) il disco prende le forme di un viaggio lisergico nelle terre del pop d’autore, senza mai tralasciare una vena piuttosto eclettica e quelle polaroid da FM, che spesso hanno fatto capolini negli album dei nostri.

Barnes, che è anche il principale songwriter del gruppo, è tipo ambizioso ed il suo modo di intendere la musica è simile a quello di un architetto, rispecchiando in questo il desiderio per concept affatto formali. Paralytic Stalks è così denso di idee da sfiorare la completezza delle opere chiave dei seventies. O dei sessanta se preferite. E permetteteci di fare dei nomi altisonanti, dai Beatles di Sgt. Pepper ai Pink Floyd di Animals passando per i Beach Boys di Smile. Mai un disco degli Of Montreal è stato in precedenza capace di mettere insieme i tanti pezzi del mosaico, sublimando un’idea di completezza e fluidità cara solo alle menti illuminate del nostro tempo.

Dopo l’addizione della violinista classica Kishi Bashi, Barnes ha abbracciato l’idea di lavorare con un manipolo di sessionmen (introdotti dalla stessa Bashi) per la prima volta in carriera. Particolare il rapporto con Zachary Cowell responsabile per gli arrangiamenti di fiati ed ottoni del disco. Esperienza che oltre a coinvolgerlo a tempo pieno nel gruppo ha schiuso anche nuovi orizzonti musicali al leader Barnes

Il risultato è qualcosa di fenomenale. Un album spartiacque che non lascia adito a dubbi sulla genuinità e genialità del gruppo, che celebra un’estasi sonora fuori dal tempo, macinando elementi progressive in salsa alternative country ed orchestral-pop. Un rifugio degli Dei Paralytic Stalks, la dimensione definitiva per le aspirazioni supreme di Barnes.

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