28/10/11

Dead Skeletons - Dead Magick (A Records)

Jón Sæmundur, Henrik Björnsson e Ryan Carlson Van Kriedt rappresentano la tipologia di rocker scontrosi e misteriosi, gente che magari ama nascondersi dietro una coltre di ghiaccio secco anche alle porte del club di provincia. Di loro si è presto invaghito un altro personaggio noto per il suo carattere ‘forte’, Anton Newcombe, non solo tenutario di A Records, ma anche deus ex-machina dell’istituzione californiana Brian Jonestown Massacre.

La via minimalista al rock’n’roll di questa formazione nord europea ha del fenomenale. Lo schema impone la ripetizione, ma dimenticate pure tutte le facezie del nuovo shoegaze, perché i ragazzi hanno un piglio davvero nervoso e non sono necessariamente in vena di convenevoli. In poche parole, i fiori del vostro piccolo orto sono seriamente a rischio. Essendo il loro approccio musicale molto prossimo ad una vera e propria filosofia di vita, il consiglio unanime è quello di fruire integralmente della loro opera. Questi islandesi non prendono prigionieri e la loro matrice sonica tradisce influenze importanti. Dai Grateful Dead ai Black Sabbath, passando magari per certe inquietanti formazioni proto-punk australiane o per le più oscure bande della wave newyorkese.
Non c’è nulla di accomodante nel loro sound, tanto che questo Dead Magick pare un commento a latere sulla fine dei nostri tempi. Una danza propiziatoria sulle macerie della cultura occidentale, con il rock’n’roll che diviene intrattenimento macabro, incorreggibile.







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