62 primavere, non uno scherzo, eppure uno di quegli interpreti che ti meravigli di non aver ancora incrociato nelle tante e spesso sorprendenti storie di black music. Spalleggiato dalla Menahan Strett Band - che già col debutto del 2007 Make The Road By Walking (con title-track campionata da un grosso calibro quale Jay Z) aveva conquistato un ruolo già rilevante - si inserisce di diritto nel filone vintage soul-funk. Dicendo così la sua in quel campo fatto di preziosismi vocali che prima ha riportato alla luce le gesta di Sharon Jones e poi quelle di Lee Fileds. In appena due anni di attività Dunham ha saputo imporsi come marchio competitivo, pur beneficiando dei servigi distributivi di Daptone Records. Frutto della mente del chitarrista/produttore Thomas 'Tommy TNT' Brenneck il marchio intende propugnare un'idea di soul music d'antan, rivisitando la cosiddetta golden age con un sound debitamente caldo ed analogico. Charles Bradley non è solo un nomade musicale, anche la sua esistenza ha conosciuto tappe importanti, nonchè sofferte. Per lavoro è arrivato dal Maine in Alaska, toccando altre cittadine di provincia. In tutto questo è riuscito sempre a ricavarsi un piccolo spazio performativo, continuando a curare il suo timbro così profondo. Dopo esser tornato nella natia Brooklyn, trova finalmente dei sodali per esprimere al meglio le sue potenzialità. La sua esperienza non è liberata unicamente nei testi, ma anche nella sua ruvida vocalità, instradata dal lavoro dietro al banco di regia di Brenneck (che si divide abitualmente tra Dap-Kings e Budos Band) al sempre più gettonato Dunham Studios. Mixato presso l'House of Soul - il luogo dove la Daptone ha costruito anche i suoi successi internazionali - No Time For Dreaming, è il suono di ieri secondo la declinazione moderna, un canto di speranza per tutte le anime che attraverso la musica intravedono ancora il fine, il messaggio.
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