01/04/09

La "Spanish Guitar" di Peter Walker



Torna Peter Walker uno dei più enigmatici ed allo stesso tempo influenti chitarristi americani degli ultimi 40 anni. Originario di Boston ma ora stabilmente operativo a Woodstock, New York, Peter rimette ancora una volta in discussione la sua fama di musicista eclettico, sfornando un album per Birdman intitolato "Spanish Guitar" completamente improntato sulla chitarra flamenco. Nel 1966 Peter Walker dava alle stampe un disco chiamato "Rainy Day Raga" – per Vanguard - in cui prendeva i tipici raga indiani e li adattava alla cultura lisergica del tempo. Alunno di Ravi Shankar e Ali Akbar Khan (durante una residenza in San Francisco), Walker raggiunse una sorta di perfetto ibrido col suo debutto. Il disco è infatti considerato un classico nel suo campo di riferimento, citato da più parti come una pietra miliare nell’ambito del folk più psichedelico. Ben Chasny di Six Organs Of Admittance non ha usato mezze parole mettendo addirittura Peter Walker in cima alla sue preferenze, anche a discapito di altri illustri contemporanei John Fahey e Robbie Basho. Nonostante le amicizie con altri giganti dell’epoca quali Sandy Bull e Karen Dalton, Peter rimane però personaggio di culto, ritirandosi poco dopo dalle scene, un po’ come nella tradizione dei bluesman maledetti. Un lunghissimo periodo di meditazione che si chiude nel 2007 con l’uscita di "Echo Of My Soul" per l’etichetta newyorkese Tompkins Square. Seguito a ruota nel 2008 dal tributo "A Raga For Peter Walker" per etichetta Rosenthal, coi contributi di mostri sacri del presente quali Jack Rose, James Blackshaw, Steffen Basho-Junghans, Thurston Moore e Greg Davis. Questo disco sarà per il Flamenco quello che "Rainy Day Raga" è stato per i ragas; un suono ispirato che combina tutti gli studi esotici di Peter con la sua lente deformante occidentale, al fine di creare una summa originalissima, che di suo va a disegnare le coordinate di un nuovo genere. E’ un suono che non ascolterete altrove, trascendentale, una musica che sino ad ora è appartenuta ad un paradiso immaginario. Per una persona che tra i suoi idoli annovera i Kennedy, Ghandi, Martin Luther King, Joan Baez, The Greatful Dead e Dr Timothy Leary cos’altro chiedere?

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