Nemmeno il tempo di gioire per la pubblicazione di "A Bureaucratic Desire For Extra Capsular Extraction" – gli Earth di Dylan Carlson nella loro primissima incarnazione, legati al più rigoroso e punitivo drone-rock – che la Southern Lord di Greg Anderson dei Sunn O))) è pronta a licenziare la nuova fatica da studio della compagine di Olympia. Invero fortemente rinnovata. Archiviato il sensazionalismo che vide Carlson legato a Cobain per un celebre fatto di cronaca (il prestito dell’arma utilizzata nel suo suicidio), abbiamo scoperto con il trascorrere degli anni una nuova dimensione umana per il gelido e baffuto rocker del North West, capace di interpretare con spirito inedito i dettami della cosiddetta ‘americana’. Il titolo sposa come buona creanza l’alone esoterico della band: "Angels Of Darkness, Demons of Light 1". Registrato presso l’Avast Studios con l’ausilio del produttore Stuart Hallerman (Soundgarden, Mudhoney, Built To Spill) il disco introduce anche la nuova line-up della band. Dylan e la sodale batterista Adrienne Davies sono oggi raggiunti dalla violoncellista Lori Goldston (collaborazioni altisonanti con Nirvana, David Byrne, Black Cat Orchestra, Laura Veirs) e dal bassista Karl Blau (che incide in solo per K Records, oltre a collaborare con Laura Veirs e Microphones). Il disco spartiacque nella carriera del gruppo – "Hex: Or Printing in the Infernal Method" – ha praticamente dato il là alla seconda fase della loro carriera, impreziosita dal successivo "The Bees Made Honey in the Lion's Skull", in cui si affacciava addirittura un luminare della sei corde come Bill Frisell, tanto per dire della conquistata stima in ambiti altri da parte degli Earth. Un western sound da post-atomica, che dal Deadman di Neil Young si spinge oltre terre desolate con un twang chitarristico che è ora marchio indelebile. Una parabola che si completa con Angels Of Darkness dove la metropoli è un deserto, una disabitato paesaggio all’imbrunire, e lo scorrere lento degli eventi il metro per un sound da romantica oltre tomba. A livello di sensazioni Carlson chiama in causa gli eroi del british-folk, Pentangle e Fairport Convention per intenderci, oltre al blues dei Tuareg Tinariwen. Un universo che si dipana sotto rituali ed immaginifici colpi d’ascia, pellicola in bianco e nero dell’inverno della nostra vita.
15/12/10
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento