Un nuovo inizio per uno degli mc degli innovativi Anti-Pop Consortium. Abbandonata da tempo la navicella madre ed approntata una carriera solista mai scevra da sorprese, Beans ha incrociato il suo flusso con due luminari del jazz libero come William Parker ed Hamid Drake – nell’omonimo disco pubblicato da Thirsty Ear – oltre ad aver realizzato pagine di avveniristica musica ritmica con il marchio Warp. Il ritorno – End It All - porta il marchio Anticon, etichetta da sempre all’avanguardia nel circuito hip-hop, sin dai tempi in cui i Clouddead sconvolsero letteralmente l’universo indie.
Questo è il quarto album per il rapper di Brooklyn ed è a livello tematico e contenutistico una ventata di novità, nonché una presa di coscienza positiva, rispetto al recente passato. Prestando fede alle variabili della slam poetry e sorretto da un’architettura sonora assolutamente fantasiosa ed imprendibile, Beans ci dice che la collisione stilistica è ancora una volta al centro delle sue attenzioni. Su basi spesso sdrucciolevoli si inerpicano le liriche, quasi esercizi di equilibrismo, per un uomo che cita senza colpo ferire il kraut rock come la techno minimale della Kompakt di Colonia.
Certo che per esprimersi in questo stato di grazia Beans si è circondato di nomi di primissimo piano nel mondo della musica ritmica. Se personalità come Four Tet, Clark, TOBACCO, Son Lux e Sam Fog degli Interpol già stuzzicano le vostre più recondite fantasie, ci sono tutti gli ingredienti per brindare a questa nuova fase artistica. Four Tet rilascia i suoi virtuosismi in Anvil Falling mentre l’immaginario più scuro di TOBACCO segna il passo in Glass Coffins.
E c’è anche un Africa che si fa largo nella poliritmia moderna di Electric Eliminator, col team di produttori Bumps, praticamente le 3 batterie dei Tortoise.
Il quarto re magio – qualora non ve ne foste accorti - porta il verbo.
Questo è il quarto album per il rapper di Brooklyn ed è a livello tematico e contenutistico una ventata di novità, nonché una presa di coscienza positiva, rispetto al recente passato. Prestando fede alle variabili della slam poetry e sorretto da un’architettura sonora assolutamente fantasiosa ed imprendibile, Beans ci dice che la collisione stilistica è ancora una volta al centro delle sue attenzioni. Su basi spesso sdrucciolevoli si inerpicano le liriche, quasi esercizi di equilibrismo, per un uomo che cita senza colpo ferire il kraut rock come la techno minimale della Kompakt di Colonia.
Certo che per esprimersi in questo stato di grazia Beans si è circondato di nomi di primissimo piano nel mondo della musica ritmica. Se personalità come Four Tet, Clark, TOBACCO, Son Lux e Sam Fog degli Interpol già stuzzicano le vostre più recondite fantasie, ci sono tutti gli ingredienti per brindare a questa nuova fase artistica. Four Tet rilascia i suoi virtuosismi in Anvil Falling mentre l’immaginario più scuro di TOBACCO segna il passo in Glass Coffins.
E c’è anche un Africa che si fa largo nella poliritmia moderna di Electric Eliminator, col team di produttori Bumps, praticamente le 3 batterie dei Tortoise.
Il quarto re magio – qualora non ve ne foste accorti - porta il verbo.
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