20/08/10

il ritorno dei Crocodiles su Fat Possum Records

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Il ritorno del duo di San Diego è quanto di più sorprendente possa riservare la stagione. Sull’onda dell’ hype scatenato dalla pubblicazione del debutto per Fat Possum, arriva un album caratterizzato maggiormente da una vena sperimentale e selvaggiamente psichedelica. Accade così che i Crocodiles griffati 2010 più che avvicinarsi al rumore bianco dei fratelli Reid – in arte Jesus & Mary Chain – guardino ben oltre i loro orizzonti, approntando un viaggio nel tempo e nello spazio, destinazione Germania o provincia americana estrema (vedi alla voce Nuggets).

Brandon Welchez che vanta trascorsi rigorosamente hardcore nella band The Plot To Blow Up The Eiffel Tower (Revelation Records) ci tiene a ribadire come la musica abbia da sempre rappresentato una via di fuga, oltre che una’inedita prospettiva sociale, lontano dai bulli di periferia, dalle strade del vizio e dalla diffusa omofobia.

Brandon non è certo uno che dimentica, durante un breve passaggio in casa nostra ha avuto modo di unirsi agli italiani Smart Cops per una scoppiettante rivisitazione di Police Story dei Black Flag. Ma l’universo è necessariamente cambiato e con il sodale Charles Rowell il punto di comunione è rappresentato dal wall of sound di Phil Spector (con particolare attenzione per I gruppi vocali al femminile), dal post-punk britannico e dallo shoegaze.

Summer Of Hate – l’ esordio – ha permesso loro di aprire fortunati show in compagnia di stelle del firmamento underground come Holy Fuck and The Horrors. Questa sferragliante miscela di ritmi proto-disco e chitarre garage, deve aver anche stimolato l’appetito dei nostalgici di Madchester, ma sicuramente ha colpito nel segno, quando l’album ha raggiunto James Ford deux ex-machina di Simian Mobile Disco nonché produttore di Arctic Monkeys, Klaxons e Florence & The Machine. E’ stato così che in uno slancio di puro afflato creativo i due Crocodiles si imbarcano con il nuovo ingegnere del suono nel deserto, per dare un successore al tanto chiacchierato debutto. Sleep Forever è così un cambio di rotta solo apparentemente radicale. Un eterno beat motoriko – e qui c’è tutto l’amore per i Neu! - sul quale si insinuano chitarre minimali e riverberi d’annata, organi vintage e voci spaziali, questa la cartolina lisergica inviataci dai Crocodiles. Ora come non mai uno dei possibili scenari futuri del rock’n’ roll.

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