Khan è nato a
Montreal da una famiglia indo-canadese. Dal 2005 la sua residenza è in quel di
Berlino, una delle capitali europee più cosmopolite e stimolanti, va da sè. Qui il musicista si esibisce con grande
regolarità, mantenendo però intensi contatti con la madre patria. Un inizio di
carriera indissolubilmente legato alla rinascita del garage sound, con diversi
monicker ha licenziato album per etichette quanto meno influenti come in The
Red e Voodoo Rhythm, tentando anche il grande salto con una serie di
pubblicazioni per Vice, il marchio indissolubilmente legato al magazine di
cultura e lifestyle.
Ha frequentato
sempre i circoli giusti, dividendo anche un lavoro con i Dirtbombs e
accompagnandosi spesso ad un'altra figura radicale della nuova scena
rock’n’roll come Mark Sultan. Le sue collaborazioni rappresentano dunque una
mappatura essenziale di quanto accaduto nei circuiti indipendenti più prossimi
alla rilettura del sixties sound. In questi giorni esce la sua nuova fatica –
‘Idle No More’ – che vanta la sponsorizzazione di un marchio nobile quale
Merge.
Un ulteriore debutto
per lo scatenato frontman, del resto chi ha assistito ad un live di King Khan
sa esattamente di cosa parliamo. Per i neofiti potremmo usare un metro di
paragone importante: la reincarnazione made in Bollywood di Screamin’ Jay
Hawkins! Sensazionalismi a parte, il sound del nostro ha saputo cambiare con il
tempo, incamerando a seconda delle pubblicazioni maggiori elementi soul e
psych. Con il nuovo disco le cose si fanno davvero interessanti: il gruppo
sembra proiettato come per miracolo all’interno dell’Apollo Theatre, dove la
nuova backing band di James Brown arriva direttamente da una raccolta Pebbles.
Ecco, queste sono le coordinate su cui King Khan sembra muoversi oggi, una
febbricitante miscela garage-soul che non rinuncia quasi mai ad iperbolici
spunti melodici. Ci sono voluti ben sei anni per completare il disco, oggi le
ragioni di questa palpitante attesa appaiono evidenti.
Lo
spettacolo dei suoi Shrines è pronto ad investirvi dal vivo, dopo avervi
adeguatamente spronati nell’intimità degli ascolti casalinghi. Un performer di
questo rango viene al mondo ogni quarto di secolo, non stupitevi dunque se gli
show di King Khan sono stati spesso avvicinati a quelli roboanti della coppia
Ike & Tina Turner. Sin d’ora l’istrionico re è un uomo con un piede nella
leggenda.
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