02/07/10

Ramesses "Take The Curse"



Un tempo l’adagio era doom or be doomed. Ora che la musica heavy è tornata nelle grazie anche del pubblico alternative rock - si pensi a quanto siano coccolati i Sunn O))) – anche i Ramesses, tre inglesi di non primissimo pelo, potrebbero dire la loro. Magari stuzzicando le perversioni di qualche indie-rocker annoiato. Ma procediamo con ordine, partendo dalla bestiale copertina degli artisti di fama internazionale Jake e Dinos Chapman, autori dell’artwork e della scultura che campeggia sul nuovo album dei nostri: Fucking Hell è un pezzo della più brutale arte contemporanea, già un distinguo di quale fosse la volontà del gruppo. Che infatti alle strazianti immagini unisce una non meno livida vena metallica. I loro riff torrenziali prendono dalle propaggini meno banali della New Wave Of British Heavy Metal (si pensi in particolare agli Angel Witch od ai Witchfinder General), come dagli antesignani del cosiddetto doom rock: i Pentagram. "Take The Curse" si muove tra armonie tragiche, frutto della passione per l’occulto da sempre manifestata dalla band. Il sound è circolare, ipnotico, la granitica forza dell’hard seventies è trasportata ai giorni nostri attraverso un vorticoso sciame di violenza. Come se i tellurici riffs dei gruppi Earache dei primi anni 90 – pensiamo a Cathedral e Confesor in particolare – fossero il luogo di partenza per le misantropiche avventure dei Ramesses. Che per la cronaca arrivano dal Somerset, Gran Bretagna, hanno già diviso il palco con lo sciamano Julian Cope e, sin dal loro nome di marca egizia, è facile anche riscontrare la passione per una mitologia millenaria. Oltre che a stordire, il muro di suono dei nostri può anche avere un effetto psicotropo. E a dirla tutta chi è che non ha voglia di sconvolgersi a buon mercato di questi giorni? Mark Greening (batteria), Tim Bagshaw (chitarra) ed Adam Richardson (basso + voce), sono i cerimonieri e "Take The Curse" è la messa nera in onore di tutte le creature dell’oscurità. Unitevi alla diabolica onda.

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