02/07/10

Hjaltalin, il nuovo disco della band islandese si intitola "Terminal"


Non è più un mistero l’Islanda, una successione di eventi (non ultimi l’eruzione del vulcano Eyjafjallajkull) hanno portato lo stato nord-europeo ad un livello di notorietà non trascurabile. Il circuito musicale indipendente è stato sempre in continua ebollizione, è tempo ora di scoprire – definitivamente – la prossima cosa ‘calda’ . A meno di tre anni dal debutto "Sleepdrunk Seasons", tornano gli Hjaltalin, un tempo patrocinati da Benni Hemm Hemm e Gunni Tynes dei Mum dietro al banco di regia. Il gruppo, oltre ad esser maturato a vista d’occhio, ha messo nel carnet un disco d’oro nel paese natale, apprestandosi con il nuovo Terminal a lanciare un’offensiva nel vecchio e nuovo continente. Un’intera orchestra è stata impiegata per l’occasione ed i musicisti hanno scelto il leggendario studio Hljooriti di Reykjavik per raccogliere i propri contributi. Quello che ascolterete è un album ricco, un pop maestoso che mai cede a tentazioni barocche, poggiando su un impianto che oltre a prevedere i classici basso/chitarra/batteria include un piano, un bassoon ed un violino. Le due voci di Hogni Egilsson e Sigridur Thorlacius, rappresentano poi lo squisito marchio di fabbrica che fa degli Hjaltalin una delle compagini più originali del circuito indie. Difficile a questo punto tracciare una seppur minima linea di demarcazione per la musica dei nostri, che sembra abbeverarsi tanto alla wave romantica quanto alla fonte della musica classica, in un gioco di variabili costanti. Fascino superiore

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