25/05/09

The Legends


Credevate che la Svezia potesse essere esente dal fascino della rinascita shoegaze? Evidentemente non avevate fatto i conti con Johan Agergard, l’uomo che sta dietro a Labrador Records e che con la sigla The Legends, in maniera nemmeno troppo sottile, prova a far rivivere le schizoidi atmosfere del pop psichedelico inglese dei primi ’90. E dando un’occhiata a quelle che sono le sue credenziali, non si fa davvero fatica ad accertare la buona resa del progetto. Il nome The Legends è inaugurato nel 2003, Johan da quel momento in poi non farà altro che disorientare i suoi ascoltatori, sovrapponendo elementi disparati a più non posso, snaturando in primis l’essenza di pop music, riformulando tutti i pensieri più logici sull’indie rock di inizio secolo ed accendendo letteralmente una nuova miccia. Johan che prima di dedicarsi anima e corpo a The Legends aveva fatto parte di organici quali Club 8, Pallers ed Acid House Kings, sembra far convogliare sotto un unico cappello le sue molteplici influenze. Le arie svagate dei girl groups anni ’60, un muro white noise, il motoriko beat del krautrock ed una buona dose di guitar rock. Il primo estratto dall’album "Over And Over" – l’etichetta di casa è ovviamente la Labrador – è un tumultuoso vortice noise pop dal titolo "Seconds Away" (qui l'MP3). Una delle cose più rumorose partorite in ambito indipendente in Svezia. Il gioco dei contrari sembra essere la chiave di lettura di questo disco, che a momenti crepuscolari alterna squarci solari e ad oscure tracce wave momenti di puro zucchero pop. C’è anche un legame forte – almeno a livello attitudinale – con la scena di Brooklyn (Crystal Stilts in primis), tanto che Liane dei newyorkesi Tralala presta la voce all’altra potenziale hit underground "Always The Same" (qui l'MP3). Tra Phil Spector e Jesus And Mary Chain Johan entra con le sue canzoni direttamente nella leggenda.

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